Carceri, il Quirinale risponde ai Radicali: cessino di essere luoghi disumani

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ROMA (Public Policy) – Bisogna “continuare a profondere il massimo impegno per far sì che gli istituti carcerari italiani cessino in fretta di essere luoghi disumani. Solo una rinnovata concezione del carcere, non più come luogo di segregazione ed isolamento sociale, bensì come luogo di rieducazione e reinserimento, potrà definitivamente porre fine ad episodi tragici come quello di Marcello Lonzi“.

È quanto si legge in una lettera di Ernesto Lupo, consigliere per la Giustizia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in risposta alla richiesta del segretario di Radicali italiani, ex deputata, Rita Bernardini, affinché si faccia chiarezza sulla morte in carcere, a Livorno nel 2003, di Marcello Lonzi.

“Comprendo – scrive Lupo – quanto un evento tanto tragico possa essere ancora piu` difficile da accettare quando avviene in ambiente carcerario. Episodi del genere lasciano sgomenti e su di essi è necessario fare la massima chiarezza. La vicenda di Marcello Lonzi non ha trovato sinora sorda la magistratura […] La stessa ultima richiesta di integrazione delle indagini dimostra la volontà di andare a fondo nel tentativo di fare luce sui fatti, pur nei limiti di un accertamento processuale. Non ci resta, pertanto, che avere fiducia nella professionalità dei magistrati e dei loro ausiliari, consapevoli tuttavia delle difficoltà che derivano dal lungo tempo trascorso e dalla complessità della ricostruzione dei fatti”.

La battaglia per migliorare la condizione delle carceri italiane, aggiunge Lupo secondo quanto riporta Bernardini sul suo blog, “è un tema, una battaglia culturale e civile, che il presidente considera della massima importanza e nel cui ambito c’è ancora molto da fare”. (Public Policy)

GAV