CASO KAZAKHSTAN, BONINO: SONO SERENA, FARNESINA HA FATTO TUTTO IL POSSIBILE

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CASO KAZAKHSTAN, BONINO: SONO SERENA, FARNESINA HA FATTO TUTTO IL POSSIBILE

foto La Presse

(Public Policy) – Roma, 24 lug – “Sono qui con la serenità
di chi ha fatto della tutela dei diritti umani la ragione di
un’intera esistenza. Immediata, continua e scrupolosa è
stata l’attività degli uffici della Farnesina chiamati a
gestire ex post le conseguenze di un caso di cui si è
dibattuto esclusivamente sulle dinamiche ex ante”.

Lo dice il ministro degli Esteri Emma Bonino nelle commissioni
congiunte Diritti umani ed Esteri al Senato in merito
all’estradizione da parte dell’Italia in Kazakhstan della
figlia e della moglie del dissidente Mukhtar Ablyazov.

“Ho subito promosso il massimo chiarimento e ho agito sulla
base del rispetto delle istituzioni: con determinazione ma
nel rispetto delle regole. Sono stata informata – dice il
ministro – del caso nella tarda serata del 31 maggio ad
operazione già avvenuta. Da allora mi sono mossa, insieme ai
miei collaboratori, su tre direttrici: assicurare al meglio
la tutela dei diritti delle due donne; effettuare la
doverosa sensibilizzazione promuovendo la raccolta a tutto
campo di informazioni; dare luogo a tutti i contatti sul
piano esterno dopo l’esplusione”.

LA STORIA VISTA DALLA FARNESINA
“Alla telefonata del 31 – dice Bonino – si è aggiunta una
mail più dettagliata sabato 1° giugno; il giorno successivo
mi sono rivolta ad Alfano, chiedendo informazioni. Stessa
richiesta, da parte del mio capo di gabinetto, è stata fatta
al capo della polizia. Di questo ho dato anche informazione
al premier Letta il 3 giugno”.

Secondo la titolare della Farnesina “l’unico contatto di
tutta questa vicenda con il ministero e di un suo eventuale
precedente coinvolgimento riguarda il fax ricevuto il 29
maggio avente per oggetto tale ‘Alma Ayan’, ove si
richiedeva risposta circa l’accredito di questa Alma
titolare di passaporto centrafricano”.

“Non si indicava – aggiunge la leader radicale – il nome
della signora ma solo quello che poi si è scoperto era un
nome fittizio. Non forniva motivazioni o riferimenti a
contatti intercorsi da giorni al Viminale. E sottolineo che
l’unico controllo che il cerimoniale diplomatico può
effettuare è sulla banca dati dei diplomatici in attività in
Italia. Lì il nome Alma Ayan era stato indicato a febbraio
dall’ambasciata del Burundi per una candidatura di console
onorario poi ritirata a maggio senza spiegazioni”.

“Mentre attendevo le verifiche istituzionali sull’accaduto
– continua Bonino – e le prime note le ho ricevute dal
Viminale tra il 3 e il 6 giugno, ho comunque impartito
disposizioni affinche la Farnesina operasse da
subito”.

LA POSIZIONE DELL’AMBASCIATORE KAZAKO
“Si deve evitare – precisa il ministro – almeno in questa
prima fase che una serie di azioni/reazioni indebolisca la
nostra struttura diplomatica ad Astana. Numerosi sono stati
i contatti con il Viminale per ottenere delucidazioni che
potessero essere trasmesse a Ginevra, al Consiglio per i
diritti umani delle Nazioni Unite. Informazioni sul caso le
abbiamo poi ricevute il 3-5-8 luglio, anche queste inviate
il 10 luglio a Ginevra”.

Per quanto riguarda il comportamento dell’ambasciatore
kazako Bonino definisce “intrusivo il suo atteggiamento, ma
i rapporti del Viminale fino all’8 luglio non
rappresentavano questa intrusità: solo con il rapporto Pansa
si è avuta notizia certa dell’inaccettabile comportamento
del diplomatico. Allora il 16 luglio – racconta Bonino – ho
espresso disappunto all’incaricato d’affari del governo
kazako. Nel frattempo abbiamo provveduto ad integrare a
Ginevra tutte le informazioni aggiuntive contenute nel
rapporto del capo della polizia”.

LE CONCLUSIONI DI EMMA BONINO
“Concludo con due annotazioni: la legge non prevede di
consultarci in questi casi, come Farnesina, ma ritengo
comunque che una maggiore condivisione delle informazioni
sia essenziale per gestire situazioni di questo tipo. Negli
ultimi tempi sono stata chiamata – afferma Bonino – a
riferire su questioni di grande rilevanza internazionale:
Datagate, marò, ex agenti Cia, Kazakhstan, e pur rientrando
nelle competenze di altri dicasteri tutte queste vicende
hanno innescato dinamiche con ripercussioni sulla Farnesina”.

“Di tutto ciò ho parlato con il premier Letta che si è
detto d’accordo nel dare maggior raccordo tra ministeri e
Farnesina. I prossimi passi: la priorità deve essere la
tutela delle due cittadine kazake; il Kazakhstan vuole buoni
rapporti con l’Italia, ma ritengo evidente che la qualità
dei rapporti dipenderà dalla collaborazione sul terreno di
diritti e libertà di movimento, e valuteremo in quest’ottica
anche le misure da prendere nei confronti dell’ambasciatore
kazako”. (Public Policy)

GAV