Consumo del suolo, il problema è nelle definizioni. Chiaccherata con Munafò

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Il problema è tutto nelle definizioni. Da lì, come una cascata, derivano gli altri, come quello sul futuro monitoraggio.

In attesa del passaggio al Senato, abbiamo cercato di capire meglio il contenuto del ddl Consumo suolo, approvato la scorsa settimana alla Camera. Abbiamo parlato con Michele Munafò, responsabile del monitoraggio del consumo suolo presso l’Ispra.

L’approvazione del ddl alla Camera “è un passaggio importante perchè stabilisce dei principi che nel nostro ordinamento mancano”, come “il suolo bene comune, risorsa non rinnovabile e strumento di lotta ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico”, dice.

Altro elemento positivo, sono le indicazioni sul riuso e la rigenerazione. Ma il vero punto critico sono le definizioni, spiega Munafò, che sono “carenti dal punto di vista tecnico-scientifico e non in linea con quelle europee. Da qui nascono tutti i problemi”.

Insomma, se dovesse fare un esame difficilmente il professor Munafò, che insegna alla Sapienza Tecnica e pianificazione urbanistica, promuoverebbe il ddl.

Perchè? “È come uno studente che ha studiato e risponde bene a molte domande. Ma è manchevole su uno dei temi fondamentali. Insomma gli manca quel pezzettino per essere promosso brillantemente”.

Inoltre, si tratta di un testo che la Camera, durante l’iter, “ha peggiorato”.

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@fraciaraffo