CREDITO, NICASTRO (UNICREDIT): RISCHIOSITÀ IN ITALIA AI MASSIMI DAL DOPOGUERRA

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CREDITO, NICASTRO (UNICREDIT): RISCHIOSITÀ IN ITALIA AI MASSIMI DAL DOPOGUERRA

(Public Policy) – Roma, 2 lug – “La rischiosità di fare
credito in Italia è ai massimi dal dopoguerra ad oggi“. Lo
ha dichiarato Antonio Nicastro, direttore generale di
Unicredit, in audizione alla commissione Finanze della
Camera. Tra i Paesi Ocse l’Italia, ha detto Nicastro, “è uno
di quelli in cui il credito alle imprese è più rischioso; il
costo del rischio del credito in Italia è oggi quasi 3 volte
quello della Germania“.

Il cumulo di incagli, sofferenze e prestiti ristrutturati,
ha riferito ancora il manager del gruppo, “è cresciuto dai
78 miliardi del 2008 ai 2.016 miliardi nel 2012. È un
ammontare particolarmente elevato, pari al 14% del Pil e
all’8% della ricchezza finanziaria netta delle famiglie”.

L‘alto rischio è uno dei problemi principali nel caso della
domanda di credito da parte di aziende già molto indebitate,
o che operano su mercati difficili, il cui affanno, ha detto
Nicastro, deriva da mancanza di liquidità o deterioramento
di redditività. In questi casi, la domanda di credito, ha
detto ancora il manager del gruppo, “si esprime spesso in
richieste di consolidamento o addirittura di
ristrutturazione del debito, raramente è per nuovi
investimenti”.

Sul versante opposto, “l’offerta di credito è complicata
dalla frequente impossibilità o indisponibilità
dell’imprenditore a comprovare la propria fiducia nel
recupero dell’impresa, apportandovi nuovi mezzi propri”.
Altro problema, segnala Nicastro, è quello dei “gravi
rischi legali e penali per chi eroga (disciplina della
revocatoria fallimentare e della concessione abusiva del
credito)”.

“Il rischio insolvenza di molte aziende italiane, per il
direttore generale di Unicredit, dipende dalla congiuntura
sfavorevole, ma anche in particolare dalla bassa
capitalizzazione delle imprese italiane”. La leva di
indebitamento, infatti, secondo i dati riferiti da Nicastro,
è ulteriormente cresciuta negli ultimi anni, malgrado la
diminuzione del credito: dal 2010 in Italia si è registrato
un -1,9% del debito delle imprese contro un -12,6% del
capitale di rischio. Per confronto, dice Nicastro, “in
Germania si è registrato un +3,7% di debito e un +4,4% di
capitale di rischio”.

Vari gli interventi che, per Unicredit, possono porre
rimedio a questa situazione. “Occorre promuovere nuovo
credito attraverso l’iniezione parallela di nuovo capitale
di rischio”, dice Nicastro. Iniziative utili che si stanno
studiando, riguardano la costituzione di fondi privati con
apporto di capitali esterni che possono
aggiungersi/sostituirsi in varie situazioni favorevoli ai
mezzi propri degli imprenditori, e garanzie parziali di
matrice pubblica. (Public Policy)

LEP