L’Ue, le fogne e l’Italia: non siamo messi benissimo

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ROMA (Public Policy) – “Per quanto riguarda il contenzioso con l’Ue in materia di acque reflue urbane, complessivamente, ad oggi, sono 932 gli agglomerati interessati da contenzioso comunitario; di questi, il 64% concentrato nelle regioni Lombardia (113 agglomerati), Campania (115), Calabria (141) e Sicilia (231). Se consideriamo che gli agglomerati con più di 2mila abitanti ammontano a 3.184 ne consegue che circa un terzo presenta sistemi fognari e depurativi non conformi alla direttiva sulle acque reflue“.

Lo ha detto, in aula alla Camera, il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, rispondendo a un’interpellanza urgente del M5s (a prima firma Alessio Villarosa), sull’iter della terza condanna da parte dell’Unione europea per inadempienza relativa alla direttiva Ue sui sistemi di collettamento e depurazione delle acque.

Velo ha poi elencato, regione per regione, il cronoprogramma di adeguamento alle procedure Ue, che va da quest’anno fino a oltre il 2020.

Il sottosegretario ha inoltre spiegato: “La mancata piena attuazione del servizio idrico integrato, in molte Regioni interessate dal contenzioso comunitario, ad esempio Campania, Sicilia e Calabria, ha messo in evidenza le difficoltà delle amministrazioni locali, tra le quali l’incapacità progettuale, finanziaria e di spesa nella realizzazione degli interventi”.

Il ministero dell’Ambiente “provvede ove necessario a sollecitare le Regioni nonché ad esercitare poteri sostitutivi nei loro confronti, anche attraverso la nomina di commissari straordinari.

Ad oggi sono state diffidate ad adempiere all’individuazione dell’ente di governo d’ambito, non avendo adempiuto nei termini previsti (31 dicembre 2014) quattro Regioni: Calabria, Campania, Molise e Sicilia“.

Altre due Regioni, Abruzzo e Basilicata, “sono state diffidate affinché provvedano alla costituzione dei rispettivi enti di governo d’ambito, in quanto, sebbene identificati da diversi anni, non sono ancora operativi”. (Public Policy) GAV