EDITORIA, LEGNINI: SAREMMO GLI UNICI IN EUROPA SENZA CONTRIBUTI PUBBLICI

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EDITORIA, LEGNINI: SAREMMO GLI UNICI IN EUROPA SENZA CONTRIBUTI PUBBLICI

IL SOTTOSEGRETARIO CRITICO CONTRO CHI VUOLE ABOLIRE IL FINANZIAMENTO

(Public Policy) – Roma, 23 lug – “Non c’è dubbio che siamo
uno dei Paesi che spende meno per sostenere l’editoria. Ove
si accedesse all’impostazione di sopprimere totalmente
qualunque forma di sostegno saremmo l’unico Paese europeo a
non destinare alcuna forma pubblica di sostegno al
pluralismo dell’informazione”. Lo dice durante l’audizione
in commissione Affari costituzionali al Senato il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio (con delega
all’Editoria) Giovanni Legnini, sulle linee programmatiche
del Governo in materia di editoria.

“I grandi giornali – precisa – non sono da anni destinatari
di contributi diretti, l’unica agevolazione che resiste è
quella del regime Iva sui prodotti editoriali. L’intervento
pubblico in Italia si è drasticamente ridimensionato. Nel
2006 700 milioni di euro, scesi a 187 per l’anno corrente e
a 144 nel 2014: una somma difficilmente sostenibile”.

I NUMERI DELLA CRISI
“I dati della crisi – dice Legnini – sono noti a tutti,
-22% vendita quotidiani e periodici negli ultimi 5 anni e
crollo degli introiti pubblicitari di circa il 50% durante
gli anni della crisi; i soli dati positivi riguardano la
crescita del volume di vendita dell’editoria online”.

Su tutto ciò pesa la “scarsa propensione alla lettura e
all’acquisto dei giornali cartacei da parte degli italiani,
ma c’è comunque una domanda di informazione in aumento,
segnata dal crescente interesse alle edizioni online dei
giornali: 22 milioni di italiani leggono i quotidiani e 6 milioni di
utenti visitano i siti web dei giornali. Aumentano inoltre i
passaggi di mano della medesima copia tra i lettori, sintomo
della crisi, visto che anche l’euro e cinquanta del
quotidiano costituisce un problema”.

LE AGENZIE DI STAMPA
“Le agenzia di stampa – sottolinea ancora Legnini – sono
destinatarie di un vero e proprio corrispettivo a fronte di
servizi che erogano; sono 11 quelle che godono di questi
accordi negoziali che andranno in scadenza alla fine
dell’anno”. Secondo il sottosegretario le agenzie “stanno
subendo una trasformazione molto positiva, sono sempre più
aziende multimediali, erogano sempre più servizi anche su
scala internazionale”.

Il Governo, per bocca di Legnini, pensa che il sostegno
alle agenzie “sia un intervento da mantenere, introducendo
una qualche forma di orientamento all’innovazione e alla
loro trasformazione ulteriore: ad esempio di questa somma
erogata si potrebbe immaginare che una quota vada a
remunerare una o più specializzazioni dei percorsi di
innovazione delle agenzie medesime”.

L’EQUO COMPENSO
Altro tema aperto è quello dell’equo compenso per il lavoro
giornalistico: “L’intervento legislativo operato sul finire
della scorsa legislatura – dice Legnini – è animato di buone
intenzioni ma pone problemi attuativi di rilievo. Abbiamo da
poco fatto audizioni sia dei precari che delle parti
editoriali e i problemi che emergono sono di non facile
soluzione, ma dobbiamo trovare la quadra stabilendo un
criterio che riconduca la remunerazione entro criteri di
equità”.

IL DIRITTO D’AUTORE
“Ignorare il problema non è più possibile: due vie sono
percorribili, una negoziale insieme al Governo e una che
porta a ricorrere a un intervento normativo molto
complicato. Vi sono poi altri aspetti regolatori
all’attenzione dell’Agcom, che riaprirà il dossier sui
diritti d’autore in riferimento soprattutto alla pirateria e
a tutti i diritti connessi”.

COSA VUOLE FARE IL GOVERNO LETTA
Legnini dice che vuole preparare un “pacchetto di sostegno
ai processi di trasformazione delle aziende editoriali. Ma
mentre gli editori vogliono risorse solo per ammortizzatori
sociali e prepensionamento, il Governo vuole dare una
risposta più organica, non possiamo finanziare solo l’uscita
dei giornalisti. Gli editori si devono fare carico di una
quota di ingresso di giovani”.

Per quanto riguarda le nuove imprese editoriali Legnini
pensa a “una qualche forma di sostegno, ovvero sarebbe bello
immaginare una qualche forma di incentivazione fiscale alla
diffusione dei contenuti digitali, insieme ad alcune misure
finalizzate a favorire la distribuzione e la vendita dei
giornali e alla risoluzione del conflitto tra imprese e
motori di ricerca”.

Riguardo infine all’innovazione tecnologica, il
sottosegretario dice che il Governo sta studiando un
intervento per favorire “l’apertura del mercato alle startup
innovative nel campo editoriale”. (Public Policy)

GAV