Fallimenti, cosa cambia con il ddl approvato (innanzitutto il lessico)

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di Sonia Ricci

ROMA (Public Policy) – Allerta della crisi per far emergere precocemente la crisi d’impresa e ad una sua risoluzione assistita, strumenti di composizione extragiudiziale, eliminazione della procedura fallimentare e la sua sostituzione con quella di liquidazione giudiziale, più facile accesso ai piani risanamento e accordi di ristrutturazione dei debiti.

Sono alcune delle novità principali contenute nel ddl delega Fallimenti, approvato dall’assemblea della Camera e che nei prossimi giorni sarà inviato al Senato.

Vediamo quali sono le novità:

DAL FALLIMENTO ALLA LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE
Il ddl modifica innanzitutto il lessico, prevedendo la sostituzione del termine “fallimento”, con tutti i suoi derivati, con l’espressione “liquidazione giudiziale”.

CRISI DISTINTA DA INSOLVENZA
I futuri decreti legislativi dovranno distinguere i concetti di stato di crisi e di insolvenza, configurando la crisi come probabilità di futura insolvenza. Questo dovrà confermare l’attuale nozione contenuta nella legge fallimentare, in base alla quale “lo stato d’insolvenza si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori,i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”.

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@ricci_sonia