INFRASTRUTTURE, M5S: NO A PROJECT FINANCING E BLOCCO OPERE DI PARTENARIATO

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INFRASTRUTTURE, M5S: NO A PROJECT FINANCING E BLOCCO OPERE DI PARTENARIATO

DEPOSITATA ALLA CAMERA UNA PROPOSTA DI LEGGE
SU STOP A FINANZA DI PROGETTO

(Public Policy) – Roma, 8 ago – Complessivo ripensamento
“sull’indiscriminato utilizzo degli strumenti di cosiddetta
finanza di progetto
(o project financing, realizzazione di
opere e gestione di servizi tramite finanziamenti privati;
Ndr), rispetto alle finalità istituzionali e di interesse
pubblico cui dovrebbero essere destinati”, con il
conseguente blocco della realizzazione di nuove opere
infrastrutturali
mediante l’utilizzazione dei contratti di
partenariato pubblico-privato.

Questo il contenuto della proposta di legge depositata alla
Camera dal Movimento 5 stelle
, che porta la firma del
deputato Federico D’Incà. I due articoli della pdl
modificano il decreto Sviluppo bis (varato dal Governo Monti
nel 2012) e il Codice dei contratti pubblici del 2006.

Con la proposta vengono non solo bloccate le future opere
finanziate con il project financing, ma anche tutti i
progetti già decisi dalle Amministrazioni pubbliche
. Viene
inoltre stabilito che il corrispettivo per gli appalti (nei
quali si tiene conto dell’equilibrio economico-finanziario
del concessionario) “non possa essere superiore a quello
costituito dal diritto di gestire l’opera o il servizio
oggetto della concessione. Il piano economico finanziario
attesta in modo esplicito il valore attualizzato dei
corrispettivi riconosciuti al concessionario”.

PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO
In via sperimentale con il decreto Sviluppo bis è stato
riconosciuto un credito d’imposta per nuove opere
infrastrutturali realizzate con contratti di partenariato
pubblico privato. Quattro i requisiti essenziali che
introducono le opere all’agevolazione: devono essere di
importo superiore a 500 milioni di euro e l’approvazione
della relativa progettazione definitiva deve essere
effettuata entro il 31 dicembre 2015.

Inoltre per esse non devono essere previsti contributi pubblici
a fondo perduto e deve essere accertata la non sostenibilità
del piano economico finanziario.

Verificate queste condizioni, al titolare del contratto di
partenariato è riconosciuto un credito di imposta a valere
sull’Ires e sull’Irap generate in relazione alla costruzione
e gestione dell’opera.

Il credito di imposta deve essere stabilito per ciascun
progetto nella misura necessaria al raggiungimento
dell’equilibrio del Piano economico e finanziario e comunque
entro il limite massimo del 50% del costo dell’investimento.
Spetta al Cipe, con propria delibera, adottata su proposta
del ministro delle Infrastrutture verificare la
sostenibilità dell’investimento.

SALVAGUARDARE CASSE PUBBLICHE DA OPERE COSTRUITE A DEBITO
“La volontà del M5s – scrive D’Incà nella sua relazione al
provvedimento – è di salvaguardare le casse pubbliche e di
proteggere le generazioni future da innumerevoli opere
costruite a debito e che ricadranno sulle loro spalle.

Tra queste opere nel Veneto vi sono la Pedemontana Veneta e
ancor peggio la volontà di costruire ospedali in project
financing che rischiano di drenare le risorse passando di
fatto da una sanità pubblica ad una privata, calpestando
fondamentali diritti costituzionali alla salute”. (Public
Policy)

SOR