LAVORO, ALLEVA (RIVOLUZIONE CIVILE): “CONTRATTO INDETERMINATO PER TUTTI”

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ALLEVA RIVOLUZIONE CIVILE

(di Public Policy per Il Fatto Quotidiano)

L’abuso è generale e oggi è vergognoso, il 93% delle assunzioni è con contratti precari, sarebbe come dire che il 93% delle assunzioni corrispondono a esigenze lavorative temporanee, non è possibile. Ritornare al contratto a tempo indeterminato per tutti e senza indugi”. Non ha dubbi Piergiovanni Alleva, ordinario di Diritto del lavoro all’università di Ancona e candidato, secondo in lista al Senato in Campania per Rivoluzione civile. È suo il programma sul lavoro e welfare della lista guidata da Antonio Ingroia. È responsabile della consulta giuridica della Cgil.

Cosa si deve fare per contrastare la precarietà, in particolare quella giovanile?
La nostra proposta è di due tipi, una di merito e l’altra di strumenti. Per quanto riguarda il merito dobbiamo fare una revisione dei tipi di contratti. I contratti diversi da quelli a tempo indeterminato devono esistere nella misura necessaria. Per esempio l’apprendistato è giusto che continui ad esistere, così come il contratto a termine, ma quando la necessità è effettivamente temporanea come con la maternità.

Bisogna estendere il contratto a tempo indeterminato a tutti?
Sì, come dice la direttiva europea numero 70 del 1999, la numero 70, la forma normale deve essere il contratto a tempo indeterminato e le eccezioni vanno giustificate. Però serve un controllo preciso. L’abuso è generale di oggi è vergognoso. Sappiamo che solo il 13-15% di contratti a termine rispetta la normativa, il resto è abuso. E questi contratti dovrebbero essere trasformati a tempo indeterminato. Non succede perché il lavoratore ha paura e non c’è trasparenza. Ci vorrebbe un’anagrafe del lavoro pubblico in modo che tutti possano conoscere la struttura occupazionale dell’impresa. I dati ci sono già ma sono segreti. Ce li hanno i Centri per l’impiego a cui le aziende devono fare obbligatoriamente denuncia del lavoratore assunto (con qualsiasi tipo di contratto) entro 5 giorni.

(segue sul Fatto Quotidiano)

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