Alla Camera torna la Google Tax, stavolta firmata Sel

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ROMA (Public Policy) – Sel ha ‘segnalato’ al ddl Stabilità il suo emendamento, a prima firma Giorgio Airaudo, anticipato da Public Policy, per reintrodurre nel nostro ordinamento la mai nata web tax, o Google tax. “I soggetti passivi – si legge nell’emendamento – che intendano acquistare servizi di pubblicità e link sponsorizzati online, anche attraverso centri media e operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana”.

Una dicitura molto simile alla Google tax introdotta l’anno scorso nella Stabilità con un emendamento del presidente della commissione Bilancio della Camera e poi “cassata” come uno dei primi atti del governo Renzi. Una modifiche che quindi Sel torna a chiedere quest’anno e che potrebbe trovare l’appoggio anche di Boccia.

L’emendamento del partito di Nichi Vendola prevede anche che “gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (servizi di search advertising), visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito internet o la fruizione di un servizio online attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti, quali editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario, titolari di partita Iva rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana. La presente disposizione si applica anche nel caso in cui l’operazione di compravendita sia stata effettuata mediante centri media, operatori terzi e soggetti inserzionisti”. (Public Policy)

VIC