Legge sul whistleblowing: che cambia, come funziona

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di Fabio Napoli

ROMA (Public Policy) – Un percorso sicuro per chi all’interno di aziende, pubbliche e private, decide di segnalare condotte illecite; nullità degli atti ritorsivi subiti dal segnalante dal datore di lavoro; multe salate chi effettua discriminazioni o non inoltra le segnalazioni all’organo di competenza.

Sono questi i principi cardine della proposta di legge sul whistleblowing approvata in via definitiva dalla Camera. Il provvedimento, che nasce da una proposta del Movimento 5 stelle e da una del Pd, ha cominciato il suo iter parlamentare due anni fa, proprio a Montecitorio.

Ecco, nel dettaglio, cosa prevede la proposta di legge che ora dovrà essere firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicata in Gazzetta ufficiale.

SETTORE PUBBLICO: SEGRETEZZA SEGNALANTI E ANAC

Il principio che sta alla base della legge sancisce che il dipendente che segnala al responsabile della prevenzione della corruzione dell’ente cui appartiene, all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza, non possa essere mai – per motivi collegati alla segnalazione – soggetto a misure ritorsive, come sanzioni, licenziamenti o demansionamenti.

Eventuali misure discriminatorie dovranno essere comunicate dall’interessato, o dai sindacati, all’Anac, che provvederà a informare il dipartimento della Funzione pubblica o gli altri organismi di garanzia o di disciplina per le attività e gli eventuali provvedimenti di competenza.

La nuova disciplina si applicherà anche ai lavoratori e ai collaboratori delle imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione pubblica.

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