PARTITI, DOPO LA MOZIONE DELLA DIREZIONE, ‘FARE’ CERCA IL NUOVO LEADER

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(Public Policy) – Roma, 13 mar – La direzione ha fatto un
passo indietro dando il compito a due dei fondatori di Fare
per Fermare il declino, Sandro Brusco e Carlo Stagnaro di
scrivere le regole del movimento per accompagnarlo al
congresso nazionale di aprile ma rimane
aperto il nodo della leadership.

Basterà un congresso nazionale per incoronare il nuovo
leader del movimento, dopo le dimissioni di Oscar Giannino e
l’uscita dal movimento di Luigi Zingales? C’è confusione
all’interno del partito su quale sia la linea da seguire,
anche se la scelta della direzione (richiesta da un altro
fondatore, Michele Boldrin) di fare un passo indietro dopo
lo scarso risultato elettorale, sembra aver fissato un punto
fermo da cui partire.

Sintetizza bene le sfide che ha di fronte il movimento
(nato nell’autunno scorso e capace di contare su 80 mila
aderenti e raggranellare alle elezioni 1,11% di voti alla
Camera e 0,90% al Senato, nonostante le dimissioni in corsa
del leader Oscar Giannino), Mirco Monzani, sul sito del
movimento commentando la mozione votata dalla direzione:

“Bene… Ora bisogna rimboccarsi le mani per organizzare il
tutto, rimotivare chi aveva perso la fiducia, andare al
congresso e trovare una voce rappresentativa! Avanti
tutta!”. Si unisce Roberto Costanzo, “Le intenzioni sono
buone, ma il successo di un partito (piaccia o non piaccia)
arriva per il leader. Un leader alimenta e trascina il
consenso e non solo lo amministra. Difficilmente un leader
può emergere da un’asettica assise congressuale”.

C’è chi propone Michele Boldrin come nuovo leader: “Nelle
more che il partito si ristrutturi consiglio di non perdere
la visibilità e far arrivare agli italiani il messaggio che
Fare esiste ed è vitale. Quindi i leader come Michele
Boldrin dovrebbero farsi invitare nei programmi di
intrattenimento, politico e non solo, continuando, in
sostanza, la campagna elettorale” è un altro commento
lasciato sul sito del movimento.

A cui si aggiunge una voce femminile: “Secondo me Oscar era il
più conosciuto e stimato ma come comunicatore di Fare e nel
promuovere il Programma di Fid il n.1 è sempre stato il Prof Boldrin!
Con chiarezza e pragmaticità ha saputo, in ogni occasione, illustrare
ottimamente il programma e rispondere ai giornalisti! Io
vorrei fosse lui ora il leader”.

C’è anche chi propone un volto noto alla politica, come
Federica Salsi, espulsa dal movimento 5 stelle, “un ottimo
modo per usare la popolarità di Grillo indirettamente a
nostro vantaggio”.

Ma la proposta più concreta e auspicata da una parte del
movimento è un ritorno in campo dell’ex presidente Oscar Giannino,
dimissionario dopo aver dichiarato titoli universitari poi risultati
mai conseguiti.

Bruno Ossiani, sempre sul sito del movimento, commenta
“torno ad esprimere un mio parere, personalissimo, che non
possiamo far a meno di Oscar”.

Il diretto interessato, per ora non risponde. È certo che
parte della base, una parte numerosa, lo rivorrebbe leader.
Lui attende, non risponde.

Nel frattempo si avvicina la scadenza delle elezioni
amministrative a Roma, per l’elezione del sindaco e in
Friuli, con le regionali e le elezioni in diversi comuni,
tra cui Udine, capoluogo di provincia ad aprile. Anche qui,
c’è una spinta della base del movimento a partecipare. Si
cerca un leader che non solo abbia capacità di spiegare il
programma agli elettori ma sia in grado di essere
interlocutore politico con gli altri partiti. Sarà in grado
il congresso nazionale di individuarlo? (Public Policy)

LAP