Privatizzare la Rai? Prima il conflitto d’interessi

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Privatizzare la Rai? Prima si pensi al conflitto d'interessi

(Public Policy) – Roma, 28 ott – “In questo momento non si può vendere nulla se prima non si affrontano in modo serio due questioni fondamentali da anni rinviate: legge sull’antitrust e legge sul conflitto di interesse. Solo dopo aver risolto questi nodi, possiamo progettare un piano che porti alla rivisitazione, da un lato, dei canali Rai e della loro proprietà, e, dall’altro, dell’assetto organizzativo dell’azienda stessa”.

Lo scrive su Facebook Roberto Fico (M5s), presidente della commissione di Vigilanza Rai, facendo riferimento alle parole del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sulle ipotesi di privatizzazione dell’azienda di viale Mazzini. “La riforma del modello di governance della Rai – scrive Fico – è quanto di più attuale e necessario, dopo il fallimento evidente del sistema in vigore, che è alla base di lottizzazioni, sprechi, bilanci in rosso non più sostenibili, e considerata la nuova era che i mass media stanno vivendo, tra innovazioni del web, cambiamento di gusti e abitudini delle persone, mercati internazionali in evoluzione”.

“Solo quando avremo messo un punto su queste questioni, potremo allora parlare di privatizzazione della principale agenzia culturale del Paese – precisa l’esponente 5 stelle – Il principio del servizio pubblico va difeso e la Rai resta senza dubbio una risorsa da valorizzare. Proporre soluzioni affrettate non risolve i problemi e non ha senso se al primo posto dell’agire politico si pongono gli interessi dei cittadini”.

Fico passa poi ad elencare le proposte del Movimento 5 stelle: “Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%; vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici; un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti; divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali”. (Public Policy)

GAV