Il punto sul bonus bebè in Manovra: le richieste Ap e Pd

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ROMA (Public Policy) – Prorogare di un ulteriore anno la misura del bonus bebè così come finanziata dalla legge di Stabilità 2015, e dunque, senza riduzioni di spesa: prevedere dunque che il bonus bebè da 80 euro al mese sia valido per i primi tre anni di vita del bambino anche per i nati fino al 31 dicembre 2018.

Questa la richiesta di Ap formalizzata in un emendamento alla manovra, depositato in commissione Bilancio alla Camera, a firma Maurizio Lupi e Paolo Tancredi.

Il Pd, da parte sua, con un emendamento di Silvia Fregolent in commissione Bilancio, chiede un aumento dell’assegno mensile previsto dal bonus bebè per il 2019 e 2020 (che la norma del Senato riduce a 40 euro al mese) in base al reddito.

Il Senato, in prima lettura, ha reintrodotto nell’articolato della legge di Bilancio il finanziamento strutturale del bonus bebè (che altrimenti sarebbe terminato con il 2017) ma riducendone negli anni le risorse e prevedendolo solo per il primo anno del bambino.

Ap invece chiede che le risorse destinate all’assegno di natalità non siano ridotte (si tratta quindi di uno stanziamento di 370 milioni di euro per l’anno 2018, di 470 milioni di euro per l’anno 2019 e di 403 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020) e che valgano per i primi tre anni del bambino. Gli alfaniani chiedono di trovare le risorse dal Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili e dal Fondo per interventi strutturali di politica economica.

Il Pd, da parte sua, prevede invece un aumento dell’assegno mensile previsto dal bonus bebè per il 2019 e 2020: si prevede un aumento di 27 euro qualora il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente rassegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell’Isee non superiore a 25.000 euro annui; e un aumento di 54 euro qualora il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l’assegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell’Isee non superiore a 7.000 euro annui.

A fronte di questo aumento di assegno mensile, e dunque di spesa, il Pd propone di cancellare dall’articolato della manovra le misure (inserite dal Senato) in materia di credito di imposta per spese di consulenze relative alla quotazione di Pmi; di promozione del welfare di comunità; di censimenti permanenti Istat.  (Public Policy) VIC