QUOTE ROSA, STASERA AL SENATO IL VOTO SUL DISEGNO DI LEGGE / SCHEDA

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(Public Policy) – Roma, 10 ott – Il disegno di legge
all’esame dell’Aula del Senato, che sarà varato questa sera,
mira alla promozione della parità di donne e uomini
nell’accesso alle cariche elettive degli enti territoriali.
Incidono direttamente sulla legislazione elettorale, sugli
organi di governo e sulle funzioni fondamentali di Comuni,
Province e Città metropolitane, mentre per le Regioni, che
hanno una potestà legislativa concorrente con lo Stato, si
limitano ad indicare i principi cui dovranno attenersi in
materia di legislazione elettorale.

In particolare le norme, in materia elettorale, riguardano
l’accesso a: consigli comunali e circoscrizionali; consigli
regionali; giunte comunali e provinciali. Sono esclusi i
consigli provinciali e le giunte regionali. Quote rosa sono
previste anche negli uffici: gli statuti comunali e
provinciali dovranno stabilire le norme per assicurare
condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e per
“garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e
negli organi collegiali non elettivi del Comune e della
Provincia, nonché degli enti, aziende e istituzioni”.

PARITÀ NEI CONSIGLI COMUNALI
Per i Comuni pari o sopra i 5 mila abitanti, e le
circoscrizioni di decentramento, la parità di accesso è
perseguita nella tornata elettorale attraverso due modalità:

a) una quota di lista, prevedendo che nessuno dei due
generi possa figurare nelle liste di candidati alla carica
di consigliere comunale, in misura superiore ai due terzi
dei candidati (è previsto un arrotondamento all’unità
superiore, per il genere meno rappresentato, in caso di
cifra decimale anche inferiore a 0,5).

b) una preferenza di genere, prevedendo che l’elettore
possa esprimere due preferenze (anziché una, com’è secondo
la normativa vigente). E, se esprime due preferenze, devono
andare una ad un candidato uomo, una ad un candidato donna,
pena l’annullamento della seconda preferenza.

Se non viene rispettata la
quota di lista, è previsto che la commissione elettorale
tenuta alla verifica di liste e candidature cancelli dalla
lista i nominativi dei candidati (procedendo dall’ultimo
della lista) eccedenti la quota massima dei due terzi per il
genere di appartenenza. In ogni caso, la riduzione della
lista non può determinare un numero di candidati inferiore
al minimo prescritto per l’ammissione della lista.

Nelle giunte comunali e provinciale, compresa la giunta
capitolina, ci deve essere “garanzia della presenza di
entrambi i sessi”.

PARITÀ NEI CONSIGLI REGIONALI
Tra i principi che la legislazione regionale in materia
elettorale deve osservare, la promozione della parità di
accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali.

PARITÀ NELLA CAMPAGNA ELETTORALE
Modificate anche le norme sulla par condicio: nell’accesso
alla trasmissioni di comunicazione politica, i mezzi di
informazioni dovranno rispettare le norme sulla pari
opportunità.

PARITÀ NELLA COMPOSIZIONE DELLE COMMISSIONI DI CONCORSO
Le attuali norme prevedono che venga riservato alle donne,
salva motivata impossibilità, almeno un terzo dei posti di
componente delle commissioni di concorso, il ddl aggiunge
anche un controllo: l’atto di nomina della commissione deve
essere inviato, entro tre giorni al consigliere di parità,
nazionale o regionale, da individuare in base alla
competenza territoriale dell’amministrazione che ha bandito
il concorso.

In caso di inottemperanza, il consigliere può proporre
ricorso in via d’urgenza davanti all’autorità
giurisdizionale, entro i successivi quindici giorni. Proprio
su questa norma i tecnici del Senato hanno fatto notare che
non fornisce indicazioni sugli effetti che un eventuale
ricorso può produrre sui partecipanti al concorso e sulla
scadenza dei termini.

IN PARLAMENTO
Il ddl non detta disposizioni sulle quote rosa in
Parlamento. Quelle previste in passato furono bocciate dalla
Consulta, rimangono oggi in vigore le norme elettorali per
il Senato, che prevedono “l’equilibrio della rappresentanza
tra donne e uomini”. (Public Policy)

EPA