Unione bancaria, Bankitalia: per attuarla serve “livellamento culturale”

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ROMA (Public Policy) – Il Meccanismo unico di supervisione bancaria europea, che andrà a regime entro pochi mesi e il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi, che inizierà ad operare a partire da gennaio 2016 richiederanno a ciascuna istituzione coinvolta di “ispirare la propria azione a una visione genuinamente comunitaria, favorire l’omogeneizzazione di regole e prassi, operare su un alto livello qualitativo, mantenere elevata la credibilità dell’Eurosistema“.

È quanto sostiene il capo dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, durante il suo intervento sulle “banche italiane e la vigilanza nella prospettiva dell’Unione bancaria” al convegno dell’Abi “Basilea 3 – Risk and Supervision 2014”.

Barbagallo, che definisce “incoraggianti” i progressi compiuti “in un breve lasso di tempo” nell’approntare il Meccanismo unico di vigilanza, e esprime apprezzamento per la “risolutezza” dell’azione della Bce, ricorda però che “l’architettura del sistema è inevitabilmente complessa”. “Ancora più complesso – prosegue – è il Meccanismo unico di risoluzione; i vincoli previsti nel Trattato hanno imposto, in questo caso, soluzioni articolate, che sarà necessario rendere operative nel modo più efficiente possibile”.

Nell’ambito dei meccanismi unici, “molti sono i fronti che attendono di essere omogeneizzati”, commenta Barbagallo: “cito, tra gli altri, le modalità di rilevazione e disegnalazione dei dati da parte degli intermediari, le procedure sanzionatorie e autorizzative, i presupposti e i contenuti dei provvedimenti di vigilanza”. Le attività di supervisione necessiteranno, per operare al meglio, sostiene il dirigente di Bankitalia, “un livellamento culturale prima ancora che metodologico”.

Gli stessi ordinamenti giuridici nazionali “non potranno rimanere a lungo discosti da standard comuni. Si pensi alle normative sulla governance, tributarie di scelte dei legislatori nazionali diverse nei principi fondanti oltre che nei modelli societari. Ciò a tacere delle marcate differenze che caratterizzano il mercato bancario europeo nei diversi Paesi, che derivano dalle loro differenti storia, struttura, assetti proprietari e di controllo, modalità di interpretare le relazioni industriali e i rapporti con la struttura produttiva”.(Public Policy)

LEP