Il Viminale su CasaPound: non è il Pnf, ma vigiliamo

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ROMA (Public Policy) – “Sull’ispirazione fascista di Casapound non posso che ribadire che, allo stato attuale, non risultano pronunce giurisdizionali che abbiano accertato il concretizzarsi della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partito fascista e che legittimino, quindi, l’adozione di provvedimenti interdittivi” tanto che “oggi, come in passato, il movimento viene regolarmente ammesso alle competizioni elettorali“.

È quanto ha detto in commissione Affari costituzionali alla Camera il sottosegretario all’Interno Filippo Bubbico, in replica a un’interrogazione di Eleonora Cimbro (Pd) che chiedeva all’esecutivo informazioni su iniziative “di stampo neofascista” organizzate in Lombardia nel corso nel 2015.

Ma “è anche vero”, ha aggiunto Bubbico, che nel movimento “sono presenti elementi inclini all’uso della violenza, coinvolti in procedimenti penali per risse ed aggressioni contro elementi di opposto orientamento politico e in altre condotte illegali a carattere estemporaneo volte a conseguire visibilità mediatica. Sono numerosi i procedimenti penali pendenti in cui è stato contestato anche a dirigenti locali il reato di associazione a delinquere“.

Il rappresentante del Viminale, che ha ricostruito l’iter autorizzativo di due manifestazioni di Forza Nuova e Casapound svolte nella provincia di Milano nel settembre 2015, ha anche dichiarato che le forze di polizia svolgono nei confronti di Casapound “una costante e accurata attività di monitoraggio e di raccolta di informazioni, finalizzata a prevenire e reprimere le iniziative che possano sfociare in episodi di violenza o di aggressività”.

E sono costantemente controllati “anche i luoghi di aggregazione degli aderenti al movimento e le iniziative assunte”. (Public Policy) IAC