VISTI DA FUORI, LETTA POTREBBE ESSERE L’UOMO GIUSTO PER USCIRE DALLO STALLO

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Quirinale, conferimento dell'incarico a Enrico Letta

(Public Policy) – Roma, 24 apr – (di Diletta Paladini) La
nomina di Enrico Letta a primo ministro è riportata in
apertura sui principali quotidiani europei ed internazionali.

Sulla scelta operata da Giorgio Napolitano, che ha visto
prevalere Letta al favorito Giuliano Amato, considerata un
segnale forte di svecchiamento della politica e sulla
fiducia per un’efficace risoluzione dello stallo politico
italiano, si concentra il quotidiano progressista britannico
Guardian che dedica ampio spazio alle reazioni a caldo dei
principali analisti europei

“Letta, che con i suoi 46 anni diventa uno tra i più
giovani leader europei, ha ora il compito di formare un
governo di servizio al Paese le cui priorità ruotano attorno
alla riforma del sistema elettorale e all’uscita dalla crisi
e dalla stagnazione economica”, commenta la corrispondente
da Roma.

“È necessario restituire credibilità al Paese”. Credibilità
ancora traballante, secondo alcuni analisti interpellati
dalla testata: “Ci aspettiamo che questo sia un governo di
politici più che di tecnici”, commenta il think tank Open
Europe. “Questa mossa, però, non cancellerà le forti
divisioni all’interno dei gruppi parlamentari italiani e
qualunque sarà la forma che il governo assumerà non sarà
facile per l’Italia stare al passo con le riforme richieste
dall’Europa”.

Sull’incertezza legata alla
durata del nuovo governo e scatenata dai tumulti interni al
Pd e dalla ripresa nei sondaggi del Pdl riflette invece
Robert O’Daily, analista del britannico The Economist,
secondo cui “Silvio Berlusconi potrebbe, in un futuro non
troppo lontano, ritirare la fiducia al nuovo governo e,
ritornando a elezioni, vincere con facilità”.

Ottimismo sulle possibilità di un nuovo governo arriva dal
New York Times: “Enrico Letta è considerato una figura
moderata, capace di far convergere un centrosinistra ormai
lacerato, il gruppo di Scelta civica dell’ex primo ministro
Mario Monti ed il centrodestra”. Ampio spazio viene dedicato
alla conferenza stampa del premier incaricato: “Parola
d’ordine del nuovo governo sarà ridare credibilità al Paese.
Ma, evidenzia Letta, prima preoccupazione sarà lavorare
sulle principali piaghe italiane: disoccupazione e crisi
economica. A questi, aggiunge, si affiancherà un’azione
concreta sulla riforma della legge elettorale e sulla
riduzione del numero dei parlamentari”.

Il quotidiano si sofferma poi sulla scelta di Giorgio
Napolitano, “chiamato a nominare una figura d’eccellenza e
di riconosciuta capacità internazionale per porre fine ad
una situazione di fragilità istituzionale senza precedenti.
Un’opzione, quella di Letta, ormai senza alternative”.

Raccontando ai lettori spagnoli le vicende romane il
quotidiano progressista spagnolo El País, si concentra sulla
terza via della scelta Napolitano. Tra il vecchio esponente
dell’establishment Giuliano Amato e il giovane Matteo Renzi
ha prevalso Enrico Letta. “Nonostante la giovane età”, si
legge, “Letta ha un lungo trascorso politico: deputato
europeo, due volte ministro e sottosegretario alla
presidenza del Consiglio dei ministri”.

A far propendere per Letta,
prosegue il quotidiano, “è la capacità di essere un uomo di
centrosinistra che non spaventa il centrodestra”. Interesse
poi va al totoministri (“Della compagine dell’ex governo
tecnico potrebbero rimanere solo Anna Maria Cancellieri al
ministero dell’Interno e Paola Severino alla Giustizia”) e
agli assetti di governo (“Sel continua rifiutare qualunque
accordo col Pdl di Berlusconi e con il Movimento 5 stelle e
Beppe Grillo continua a proclamarsi forza d’opposizione”).

Grande interesse per il curriculum politico di Enrico Letta
arriva dalla stampa tedesca. Il quotidiano conservatore
Frankfurter Allgemeine Zeitung si concentra in particolare
sul tormentato rapporto fra il nuovo candidato premier e
Silvio Berlusconi. “Enrico Letta, nipote di Gianni Letta,
uno dei più stretti collaboratori del leader del Pdl, apre
ora a un governo di larghe intese ma scorda che poco prima
delle elezioni aveva definito l’ex premier ‘una piaga
biblica’” si legge.

Sui malumori per una larga intesa insiste anche il
quotidiano Die Welt che sottolinea la necessità del futuro
nuovo governo di “traghettare l’Italia fuori dalla crisi
politica”. Una scelta ponderata e vicina all’Europa è invece
il commento condiviso che proviene dalla Francia.
Libération, quotidiano della sinistra francese, saluta Letta
come “l’enfant prodige della politica italiana, la speranza
che cercherà di porre fine ai sessanta giorni di crisi
politica del Paese”.

E sulla determinazione a voler iniziare già da domani le
consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo si
sofferma anche il conservatore Le Figaro che definisce Letta
“un moderato, cattolico, favorevole alla liberalizzazione
dei servizi e di lunga esperienza politica”.

Le Monde si interessa invece dei punti di contatto con
l’Europa emersi nel corso della conferenza stampa: “Nel
discorso del premier incaricato si legge l’intenzione di
imprimere una svolta, un cambio di rotta, e la volontà di
mutare la linea dell’Unione europea dove l’austerity non è
ormai più sufficiente”. (Public Policy)

DIP