(Public Policy) – Milano, 4 mar – (di Andrea Curiat) La
ricerca “Le infrastrutture del futuro: idee e proposte per i
governi che verranno”, realizzata dalla Regione Lombardia
con il contributo di 30 organizzazioni e società italiane,
traccia un quadro delle diverse reti infrastrutturali
italiane. Identificandone criticità e prospettive di
sviluppo per una crescita sostenibile del sistema Paese.
RETE STRADALE
Lo sviluppo futuro della rete italiana di viabilità sarà
guidato dagli obiettivi del Libro bianco sui trasporti. In
particolare, il documento prevede che l’uso delle auto ad
alimentazione convenzionale nelle città sia dimezzato entro
il 2030, e venga azzerato del tutto entro il 2050.
Il 30% del trasporto merci su distanze superiori ai 300 km
andrà trasferito dalla strada alla ferrovia o alle vie
navigabili entro il 2030, con l’obiettivo ulteriore del 50%
entro il 2050. Entro la metà del secolo, inoltre, bisognerà
collegare tutti i principali gli aeroporti alla rete
ferroviaria, completare la tratta europea ad Alta velocità e
avvicinarsi il più possibile a un obiettivo ancora più
ambizioso: nessuna morte dovuta ad incidenti stradali.
Nel Programma nazionale delle infrastrutture strategiche
(Pis), le opere stradali pesano per il 46% dei costi totali,
pari a 171 miliardi su un totale di circa 375 miliardi di
euro. Le opere ferroviarie incidono per il 39% e le reti
metropolitane per un ulteriore 7%. Sul costo presunto
complessivo, le risorse private coprono circa il 20% del
programma per un totale di oltre 70 miliardi di euro.
Nello specifico del settore autostradale, le risorse
private coprono il 93% delle risorse complessivamente
disponibili. Numerose le proposte dei relatori dell’indagine
per favorire lo sviluppo futuro della rete stradale.
In particolare, le Pa dovrebbero agire direttamente per
agevolare e promuovere processi e soluzioni, e non solo come
soggetto autorizzatore; sembrerebbe inoltre auspicabile una
cabina di regia centrale composta da istituzioni di governo
del territorio, mondo imprenditoriale e mondo
finanizario-bancario. Car-sharing, auto elettriche e
mobilità ciclistica restano i cardini fondamentali per la
viabilità sostenibile del futuro.
RETE FERROVIARIA
Lo sviluppo della rete ferroviaria è penalizzato da un
sistema normativo contraddittorio. Dal 2010 a oggi si sono
succeduti 18 provvedimenti normativi statali che
disciplinano il settore. L’ultimo è la legge di Stabilità
2013, che istutuisce un nuovo fondo unico statale di 4,9
miliardi di euro da ripartire tra gli enti locali. In questo
contesto la maggioranza delle Regioni italiane ha
sacrificato la rete ferroviaria, considerata “troppo
costosa”.
IL SISTEMA AEROPORTUALE
Il settore aereo è di importanza strategica per l’economia
italiana: occupa 500mila addetti, contribuisce al Pil
nazionale per 15 miliardi di euro, trasporta 149 milioni di
passeggeri (in crescita del 6% nel 2011). Nel gennaio 2013
il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha
emanato l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano
nazionale per lo sviluppo aeroportuale.
Il provvedimento pone le basi per il riordino organico del
settore, recependo gli orientamenti comunitari. In
particolare, il piano individua gli aeroporti di rilevanza
nazionale tra quelli inseriti nella ‘core network’
(collegati ai nodi primari di traffico internazionale),
quelli inseriti nella ‘comprehensive network’ (con traffico
superiore a 1 milione di passeggeri annui, o a 500mila
passeggeri e con specifiche caratteristiche territoriali) e
quelli non facenti parte delle reti europee ma con un
traffico vicino al milione di passeggeri e in crescita.
Parallelamente, l’Atto di indirizzo indica azioni di
riequilibrio economico e finanziario del sistema,
riorganizzazione e razionalizzazione del settore.
LA LOGISTICA
Le infrastrutture portuali rappresentano il canale
principale di import-export, gestendo il 57% del traffico di
merci in entrata e il 62% del traffico in uscita
dall’Italia. I 260 porti commerciali italiani hanno
movimentato 478 milioni di tonnellate di merci nel 2011. È
l’autotrasporto, invece, il canale principale della
logistica di merci in Italia e ha rappresentato nel 2011 il
59% del trasporto interno, pari a circa 1.200 milioni di
tonnellate.
Se si guarda però agli indici di efficienza e di
performance nei processi logistici, lo scenario italiano
lascia molto a desiderare. Stando al report 2012 della Banca
Mondiale, l’Italia si classifica al 24esimo posto nella
classifica mondiale per performance con uno spreco pari a 40
miliardi di euro l’anno. Il Piano nazionale della logistica
individua 51 azioni di intervento su 10 linee strategiche
che potrebbero permettere un risparmio di 4 miliardi di euro
l’anno sui costi extra legati all’inefficienza.
UTILITY ELETTRICHE E IDRICHE
Le criticità del sistema energetico italiano sono diverse:
il mix attuale di fonti è basato principalmente su gas e
rinnovabili, contro la media Ue che include il nucleare e
prevede un’incidenza maggiore di carbone. I prezzi
all’ingrosso del gas in Italia sono più alti del 25%
rispetto alla media Ue.
Gli incentivi alle rinnovabili sono i più elevati in
Europa; e gli oneri di sistema per il settore elettrico e i
colli di bottiglia nella rete generano costi e inefficienze
aggiuntivi. La Strategia energetica nazionale (Sen)
individua diversi obiettivi prioritari per il settore:
ridurre il gap di costo dell’energia per consumatori e
imprese; migliorare la sicurezza di approvvigionamento
dall’estero; raggiungere e superare gli obiettivi del
pacchetto europeo Clima-Energia 2020. Il settore idrico, dal
canto suo, avrà bisogno di 65 miliardi di euro di
investimenti nei prossimi 25 anni per l’ammodernamento e la
manutenzione delle infrastrutture. (Public Policy)
ANC