Il taglio dei parlamentari ci sarà? Con la crisi riforma a rischio

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ROMA (Public Policy) – La commissione Affari costituzionali alla Camera giovedì 22 agosto, alle 10, riprende l’esame della riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari dagli attuali 945 a 600 totali (200 senatori e 400 deputati). Il provvedimento è alla sua quarta lettura, ovvero l’ultima in cui si attende il via libera finale senza possibilità di proporre o approvare modifiche.

Nonostante l’ok definitivo sia alle porte, la riforma – fortemente voluta dal Movimento 5 stelle – rischia di non vedere mai la luce a causa della crisi di Governo. La XVIII Legislatura, infatti, potrebbe chiudersi anticipatamente, dopo la decisione di Matteo Salvini di mettere fine all’esperienza di Governo con il M5s, ma potrebbe comunque arenarsi anche nel caso in cui la crisi del Governo Conte dovesse avere come sbocco la nascita di un nuovo e diverso Esecutivo, ad esempio tra i 5 stelle e il Pd.

In quest’ultimo caso, infatti, cambierebbe la maggioranza all’interno dei due emicicli e alla riforma potrebbero mancare i numeri per il via libera finale da parte di Montecitorio.

Va ricordato che nei tre passaggi precedenti hanno votato contro il Pd, Leu, le Autonomie, mentre Forza Italia ha votato sì solo durante il primo passaggio alla Camera e al Senato e ha invece deciso di non partecipare al voto durante la terza votazione che si è svolta a Palazzo Madama. Insomma, considerando che per la riforma costituzionale serve la maggioranza assoluta dei voti – ovvero 316 alla Camera – la riforma rischia di non passare. (Public Policy) SOR