A proposito di reddito di cittadinanza: voci da Trento

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TRENTO (Public Policy) – Sarebbe “importante in Italia avere il reddito minimo condizionato” ovvero una nuova formulazione del reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 stelle “che oggi non c’è. Il Rei” ovvero il Reddito di inclusione introdotto dal Governo Gentiloni “è uno strumento molto molto debole è poco cospicuo”. Lo ha detto nell’incontro conclusivo del Festival dell’Economia di Trento Pasquale Tridico, professore di RomaTre che venne indicato dal M5s, prima delle elezioni, come candidato ministro del Lavoro.

“Con il Reddito di inclusione – ha spiegato – si inserisce uno strumento molto importante sia per l’inclusione nel mondo del lavoro che per la lotta alla povertà“.

LA CGIL: SERVE UN RIORDINO DEGLI AMMORTIZZATORI

Sul reddito di cittadinanza “bisognerebbe chiarire qual è il progetto e con quali risorse si vuole realizzare”, ha detto, sempre a Trento, a margine di un evento che la vedeva tra i relatori, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

“Sembra un intervento sociale a tutela di chi ha perso il lavoro – ha aggiunto – ci vorrebbe un riordino degli ammortizzatori sociali perché la copertura rispetto alla disoccupazione è troppo bassa. Bisogna vedere quante risorse ci sono e quali sono le finalità”.

L’INPS: RISCHIO INIQUITÀ DISTRIBUTIVA

Sul tema è intervenuta anche l’Inps, con il dirigente responsabile del progetto modello di microsimulazione tax benefit, Fernando Di Nicola: “In un Paese con un’alta evasione” il reddito di cittadinanza pensato come assegno anti povertà “potrebbe delineare una iniquità distributiva orizzontale e verticale e le ragioni mi sembrano intuibili”.

“Nel contratto di Governo mi è parso di cogliere una differenza nell’idea di reddito di cittadinanza lì dove si fa accenno a requisiti reddituali e patrimoniali. È chiaro che se si terrà conto anche di requisiti patrimoniali il costo e anche il beneficio potrebbe diventare assai diverso”.

“Il Rei” ovvero il Reddito di inclusione introdotto dal Governo Gentiloni “prevedendo un tetto e una scala di equivalenza sfavorisce le famiglie numerose”.

Questo tipo di intervento è quantificato oggi in “un miliardo e 800 mila euro – ha aggiunto – Capite che è un po’ pochino quindi è una sorta di esperimento da implementare“.

L’ALLEANZA CONTRO LA POVERTÀ: MIGLIORARE IL REI

Io non so se senza il Movimento 5 stelle oggi ci sarebbe il Rei, questo è un riconoscimento. Il problema è che loro hanno posto il tema ma la loro proposta è debole”. Parola di Cristiano Gori, dell’Alleanza contro la povertà in Italia, presente all’evento trentino.

Il timore che hanno tutti quelli che lavorano nei servizi sociali è la riforma della riforma. C’è questa tradizione che quando uno arriva al Governo, anche solo per segnare la sua presenza, dice: ‘Ok noi continuiamo a seguire i poveri, ma cambiamo tutte le leggi’. Mentre la stabilità dell’ambiente di policy è la prima condizione di una misura così difficile”.

“Quindi il primo timore è la riforma della riforma – aggiunge – e il secondo è l’abbandono: cioè che non si spinga sull’attuazione” del Rei “perché per attuare questa riforma ci vorranno anni. Il tema vero non è reddito di cittadinanza sì o no, è se in Italia si riesca a fare una seria riforma del welfare”.

“La mia paura – conclude – è che alla fine della legislatura i poveri assoluti, che in Italia sono l’8,3% non siano coperti. Quindi il Governo lavori sul Rei, si rafforzi il monitoraggio, si veda quello che c’è da correggere ma si parta da lì“. (Public Policy) VIC