ROMA (Public Policy) – “È punito con la reclusione da uno a tre anni chiunque indica nella dichiarazione annuale di sostituto d’imposta un ammontare dei compensi, interessi ed altre somme inferiore a quello effettivo, qualora l’ammontare delle ritenute non versate riferibili alla differenza è superiore a euro cinquantamila“. È quanto prevede la bozza di decreto legislativo – in attuazione della delega fiscale – sulla certezza del diritto in materia tributaria, di cui Public Policy ha preso visione, e che atteso in Consiglio dei ministri.
La novità è contenuta nello stesso articolo della bozza che aggiorna la fattispecie della dichiarazione infedele aumentando a 150mila euro il tetto massimo sotto il quale non si configura il reato. La stessa bozza modifica in questo modo anche l’articolo sulla dichiarazione omessa, aggiungendo un comma per specificare che: “è punito con la reclusione da uno a tre anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate è superiore ad euro cinquantamila”. Sia la fattispecie di dichiarazione infedele che quella di omessa dichiarazione prevedono già il carcere da 1 a 3 anni.(Public Policy)
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NAF