ROMA (Public Policy) – Debiti e diritti tv: tra gli emendamenti depositati in commissione Bilancio al Senato sul dl Aiuti quater, fanno discutere quelli riguardanti il mondo del pallone e in particolar modo la Serie A di calcio.
Si tratta di due proposte che hanno incontrato, fin da subito, la condivisione di un fronte trasversale interno alla maggioranza e all’opposizione. Il primo emendamento, firmato da Dario Damiani (Forza Italia), Matteo Gelmetti (FdI), Mario Borghese (Misto), Daniele Manca (Pd), Pietro Patton (Autonomie) e Stefano Patuanelli (M5s), volto al “sostegno di federazioni, associazioni e società sportive”, mira a posticipare i versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 22 dicembre di quest’anno. Questi potranno essere pagati in 60 rate mensili, di cui le prime 3 entro il 22 dicembre, senza interessi fiscali ma anche “senza sanzioni penali e sportive”. Nonostante la portata generale della proposta, come detto, a beneficiare dell’emendamento potrebbero essere anche e soprattutto le squadre di calcio di Serie A, oberate da milioni di euro di debiti.
La proposta emendativa, tra l’altro, stride con le affermazioni del ministro per lo Sport, Andrea Abodi che già nell’audizione sulle linee programmatiche del suo ministero, lo scorso 23 novembre, aveva ribadito che “ il calcio non è un mondo a parte” e che lo stesso spostamento del termine di pagamento dal 16 al 22, “non era una rateizzazione” ma un “differimento tecnico per mettere in condizione le società di fare quello che ritengono più opportuno in un tempo breve”. Sottolineando come le stesse società avessero “avuto il tempo di potersi attrezzare e regolare in termini di gestione, creando le necessarie riserve per adempiere nei confronti dell’erario e quindi si assumono le stesse responsabilità che si assume il sistema delle imprese”. Concetti poi ribaditi nel corso dell’ultimo question time in aula alla Camera.
Secondo quanto si apprende da fonti di maggioranza, inoltre, alla contrarietà del Mef già emersa in questi giorni si sarebbe aggiunta quella della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier, nel corso dell’ultimo incontro di maggioranza sulla manovra, avrebbe bollato come “insostenibile” uno scudo a sostegno delle società calcistiche e non equo un intervento ad hoc, come fosse un privilegio, per le squadre di calcio.
Tornando agli emendamenti in questione, il secondo, che ha come firmatari i forzisti Dario Damiani, Claudio Lotito (che è anche presidente della Lazio) e Francesco Silvestro, riguarda invece i diritti tv. La proposta interviene sulla cosiddetta legge Melandri che regola la contrattazione e la vendita dei diritti tv del campionato e chiede che i contratti di licenza abbiano “una durata massima di cinque anni” (invece di tre anni). Aggiungendo inoltre che “la durata dei contratti di licenza nel territorio nazionale relativi al triennio 2021/2024, in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione, possa essere prorogata fino a un massimo di due anni”.
Contrarietà sul tema arriva soprattutto dal gruppo di Azione-Italia viva. Per Carlo Calenda è “immorale dare soldi alle squadre di serie A dopo tutte le schifezze che fanno”. Mentre il leader di Iv, Matteo Renzi, nella sua eNews ha ribadito di trovare “scandaloso che in una manovra che aumenta il costo della benzina e delle sigarette, i soldi vengano dati alle squadre di calcio di Serie A perché hanno problemi di bilancio”. Non mancano neppure le polemiche interne alle altre opposizioni. In particolare, sul primo emendamento relativo al posticipo dei versamenti, Patuanelli – che l’aveva firmato – si è successivamente sfilato. Mentre l’esponente dem Mauro Berruto ha dichiarato che non voterà l’emendamento.