di Lisa Di Giuseppe
ROMA (Public Policy) – Trecentosessanta milioni di euro per finanziare spettacoli di danza, attività circensi, opere liriche, orchestre ed eventi artistici dal vivo. È iniziata giovedì scorso la discussione in aula del nuovo testo del Codice dello spettacolo, elaborato in commissione Istruzione al Senato e nato dallo stralcio del ddl Cinema, nel frattempo diventato legge.
La relatrice Rosa Maria Di Giorgi (Pd) durante il suo contributo alla discussione lo ha descritto come una “riforma generale, complessa nonché complessiva, annunciata oltre trent’anni fa e poi nuovamente a intervalli regolari, ma che ancora non ha visto la luce”.
La relatrice durante la discussione ha anche sottolineato come il rinnovato sovvenzionamento ottenuto dalla collaborazione tra ministero dell’Economia e quello dei Beni culturali abbiano “accompagnato la riforma con un segnale di nuovo finanziamento“: i fondi confluiranno nel Fondo unico per lo spettacolo, ripartito tra sovvenzioni destinate alle fondazioni lirico-sinfoniche (in maggiore stato di necessità nell’ultimo periodo) e quelle a disposizione di tutto il resto del mondo dello spettacolo.
L’ammontare del fondo “sarà di oltre 360 milioni e ci sarà una divisione in 40 e 60%”, ha spiegato Di Giorgi.
A gestire i fondi assegnati e la riorganizzazione del settore, secondo quanto scritto nel testo, sarà il Consiglio superiore dello spettacolo: un organismo composto da 15 esperti che decidano dove indirizzare le politiche del ministero, di cui undici personalità dello spettacolo e quattro membri scelti dal ministro dei Beni culturali in una rosa di nomi proposta dalle associazioni di categoria.
Si allarga poi il panorama di artisti a cui gli incentivi sono rivolti: per la prima volta sono incluse nel provvedimento anche attività circensi, carnevali, rievocazioni storiche e corpi di ballo.
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@sallisbeth