di Valentina Pigliautile
ROMA (Public Policy) – Se per ora la priorità resta quella della lotta al caro bollette, sul fronte delle politiche energetiche, il futuro Governo di centrodestra sembra intenzionato ad accelerare sulla diversificazione delle fonti energetiche: attenzione puntata sulle nuove infrastrutture per il gas, sul nucleare pulito e sugli incentivi per le rinnovabili. Nei programmi dei tre leader c’è spazio anche per l’ambiente, con piani straordinari per l’economia circolare e il dissesto idrogeologico, misure a tutela dell’agricoltura italiana e la promessa di due nuovi dicasteri: il ministero del Mare e della Montagna.
CRISI ENERGETICA
Se tutti e tre gli alleati di coalizione convergono sulla necessità di istituire un tetto europeo al prezzo del gas, non mancano le differenze nelle ricette messe a punto nei rispettivi programmi politici. Il partito di Giorgia Meloni punta a costituire un’unità di crisi su energia e caro bollette e a svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo del gas. Largo poi, alla riforma del Gestore mercati energetici per garantire la totale trasparenza sui prezzi dell’energia, disaggregandoli per tipologia produttiva. Ma anche alla sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti “così da favorire un’automatica riduzione di Iva e accise”. Il sostegno alle famiglie e alle imprese verrà garantito mediante “meccanismi di credito d’imposta”, usando a tal fine anche “risorse derivanti da tassazione degli extra profitti” e attraverso le “utenze di sussistenza”. Ma senza ricorrere a ulteriori scostamenti di bilancio.
Non la pensa così il leader della Lega, Matteo Salvini, convinto della necessità di un intervento di 30 miliardi da reperirie con uno scostamento di bilancio per far fronte al caro bollette. E che ieri, ha confermato che il primo banco di prova per il nuovo Governo sarà il prossimo decreto-Energia. Il Carroccio, dalla sua, propone di ridurre l’aliquota iva del 5% anche per l’elettricità e di sospendere temporaneamente il mercato Ets. Più neutra la posizione di FI che guarda all’efficientamento dei fondi europei con riferimento all’aumento dei costi dell’energia.
GAS
Rilanciare il pieno utilizzo delle risorse naturali: è l’impegno sottoscritto nel programma di coalizione e che apre la strada per il prossimo Governo all’attivazione e realizzazione di nuovi pozzi per l’estrazione di gas naturale. Ma non solo. Per FdI sono indispensabili nuovi rigassificatori e gasdotti a partire da quelli in collegamento da e per la Spagna oltre che il potenziamento di quelli esistenti. Mentre per la Lega non occorre solo accelerare l’attuazione dei meccanismi di gas release per una maggiore produzione nazionale di gas naturale da assegnare a prezzi calmierati, ma anche raddoppiare il Tap e realizzare almeno un nuovo rigassificatore fisso nel sud del Paese, funzionale alla smobilitazione di almeno uno dei due rigassificatori flottanti che verranno posti a Ravenna e Piombino.
NUCLEARE
Sì convinto da parte del centrodestra anche all’energia nucleare ma che sia “pulita e sicura”. Nel programma di FdI, però, vengono citati soltanto gli investimenti nella “ricerca sul nucleare di ultima generazione”. Mentre in quello di FI, oltre al nucleare pulito di quarta generazione, si aggiunge la ricerca sul nucleare pulito a fusione. Delle premesse dunque, che fanno ipotizzare lo sviluppo del nuclerare solo nel lungo periodo.
continua – in abbonamento
@_ValPigliautile