Anac, Parisi: puntiamo molto sul ‘whistleblowing’

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ROMA (Public Policy) – “Andremo a verificare i piani triennali delle amministrazioni pubbliche, anche per vedere se è stato introdotto l’istituto del whistleblowing. Anac punta molto su questo sistema, nel decreto Pa-Expo si parla di questo, anche se non con una normativa stringente. Personalmente però preferisco leggermi i decreti una volta approvati, perché non si sa mai”.

A dirlo a Public Policy è Nicoletta Parisi, responsabile per i rapporti internazionali del nuovo organo collegiale dell’autorità anticorruzione, presentato oggi nel corso di una conferenza stampa con il presidente dell’Anac Raffaele Cantone.

Parisi, del comitato esecutivo di Transparency international Italia (“anche se mi dimetterò, per evitare conflitti di interesse con il mio nuovo incarico”, ha detto), spiega che il cosiddetto whistleblowing  è un istituto introdotto nell’ordinamento italiano per la prima volta nel 2012 con la legge Severino, “grazie al quale il dipendente pubblico o privato che, dall’interno della propria amministrazione, percepisce fatti o rischi può fare una segnalazione attraverso un canale dedicato che lo metta al riparo da possibili ritorsioni come il mobbing o il licenziamento“.

La componente della nuova task force istituita dall’Anac spiega che oggi “è possibile fare una segnalazione del genere solo all’autorità giudiziaria, mentre il nuovo istituto crea un canale dedicato all’interno dell’impresa”. Per Parisi si tratta di “un sistema di protezione che funziona sia per la persona che denuncia che per il denunciato”, e che – in sintesi – attiva “un procedimento amministrativo” tutto interno, sia per “evitare un cattivo ritorno d’immagine per l’impresa che per consentire a tutti di vivere in una situazione di legalità”. (Public Policy)

NAF