ANALISI, EURISPES: SPAVENTATI DAL FUTURO, GLI ITALIANI RIPIEGANO SUL PRESENTE

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(Public Policy) – Roma, 31 gen – Nel 2012, 7 italiani su 10
hanno visto peggiorare la situazione economica personale. Il
28,1% si è rivolto ad un “compro oro”. Il 14,4% (era stato
il 6,3% nel 2011) ha chiesto prestiti a parenti e amici. Il
28% ha venduto beni/oggetti su canali online di
compravendita. Quasi un italiano su 4 afferma di non aver
letto nessun libro nel 2012. Sono dati del Rapporto Eurispes
Italia 2013.

“Il Paese – dice il presidente dell’istituto di studi Gian
Maria Fara – è completamente ripiegato sul suo presente. Si
è operato affidandosi al giorno per giorno, con risposte
parziali, spesso improvvisate, con misure utili al massimo a
tamponare qualche falla. Il nostro ormai è un Paese
prigioniero del suo presente e il ‘presentismo’ è diventato
la nostra filosofia di vita”.

Il clima è di una generale insoddisfazione. Commenta Fara:
“Per la prima volta, dopo la sfiducia che gli italiani
manifestano nei confronti del Governo, del Parlamento e dei
partiti, crollano gli indici di fiducia anche nella
presidenza della Repubblica. Un dato preoccupante, che
contribuisce ad aumentare la già profonda distanza tra i
cittadini e le Istituzioni italiane. L’aver delegato ad un
Governo tecnico la guida del Paese non ha prodotto risultati
positivi né per il presidente della Repubblica che ha
ispirato e gestito l’operazione, né per il Parlamento e i
partiti ai quali probabilmente viene imputata una fuga dalle
responsabilità di fronte alla crisi”.

SITUAZIONE ECONOMICA
Secondo la rilevazione dell’Eurispes, l’80% dei cittadini è
convinto che la situazione economica generale sia peggiorata
negli ultimi dodici mesi, ma era il 93,6% nel 2011. In
parallelo, la quota di chi pensa che la situazione sia
migliorata passa dall’1,4% al 10,9%.
Gli imprenditori sono la categoria più pessimista e
sfiduciata nel futuro economico del nostro Paese che con il
65,5% di indicazioni di un peggioramento staccano di oltre
10 punti percentuali tutte le altre categorie.

Il 73,4% degli italiani nel corso dell’ultimo anno ha constatato
una diminuzione del proprio potere d’acquisto.

TAGLIO DEI CONSUMI
La situazione di sofferenza delle famiglie si riversa sui
consumi: si taglia sui pasti fuori casa (86,7%) e sui regali
(89,9%), si acquistato più prodotti in saldo (88,5%), ci si
rivolge ai punti vendita più economici per l’acquisto di
vestiti (85,5%).
In molti decidono di non spendere per viaggi e vacanze
(84,8%) e di cambiare marca di un prodotto alimentare se più
conveniente (84,8%).
Nel’83,5% dei casi le famiglie hanno deciso di ridurre le
spese per il tempo libero insieme a quelle per estetista,
parrucchiere, articoli di profumeria (83,1%) e quelle per
gli articoli tecnologici (81,9%). Il 72,6% ha cercato punti
vendita economici per l’acquisto di prodotti alimentari.
Molti acquistano prodotti online per ottenere sconti ed
aderire ad offerte speciali (58,4%) e hanno ridotto le spese
per la benzina usando di più i mezzi pubblici (52,2%).
Nel 40,6% dei casi i tagli hanno interessato le spese
mediche, mentre il 38,4%, si è rivolto al mercato dell’usato
(il 21,5% un anno fa).

LE TASSE
Il carico fiscale che ha gravato sulle spalle delle
famiglie nell’ultimo anno risulta, rispetto al precedente,
nettamente aumentato per il 41,7% degli italiani e un po’
aumentato per il 27,5% degli stessi. Ici-Imu, cambia la
dicitura, la tassa resta: il 75,4% non la ritiene giusta
nell’attuale contesto economico.

DISTACCO DAL PALAZZO
Dal 2004 al 2013 il dato di persone che dichiarano di
votare “sempre” è progressivamente diminuito, raggiungendo
proprio nel 2013 il suo minimo storico: scendendo di oltre 7
punti percentuali, meno del 77% degli intervistati dichiara,
infatti, di votare sempre.

Entrando più nello specifico, chiedendo quindi agli intervistati se intendono
recarsi alle urne alle prossime elezioni politiche, si
osserva come il dato scende: 73,2% rispetto ai 76,9%.

LAVORO
Il 27% di chi ha un lavoro dichiara di averlo trovato
tramite una candidatura spontanea, e il 21% ammette di
essere dovuto ricorrere alla “raccomandazione”, solo il 9,1%
si è rivolto a un Centro per l’impiego (4%), o a un Agenzia
per il lavoro (5,1%).
Alla domanda sulla possibilità di fare progetti, il 64,1%
risponde negativamente e solo il 35,8% si mostra più
ottimista. Il 61,3% dei lavoratori afferma che l’attuale
occupazione non permette loro di sostenere spese importanti
quali l’accensione di un mutuo, o l’acquisto di
un’automobile. La famiglia d’origine resta rifugio e fonte
di sostentamento per quasi il 30% dei lavoratori.
Il 53,5% afferma di non essere più in grado di sostenere
adeguatamente il proprio nucleo familiare.

DIRITTI CIVILI
Gli italiani in favore dell’introduzione del divorzio breve
sono passati dall’82,2% del 2012 all’attuale 86,3%.
La tutela giuridica delle coppie di fatto ottiene il 77,2%
dei consensi. Quando, poi, ci si sofferma sulla nascita di
una nuova vita, la maggior parte degli italiani si dichiara
favorevole alla fecondazione assistita: ben il 79,4% si
dimostra propenso ad individuare ulteriori possibilità per
realizzare il desiderio di maternità.
Di contro, anche l’eventuale interruzione di una
gravidanza, attraverso la somministrazione della pillola
abortiva registra un aumento dei consensi: dal 58% dello
scorso anno all’attuale 63,9%.

COMUNICAZIONE
Maggiormente diffusi tra i cittadini italiani sono il
telefonino (solo il 5,1% non lo usa mai) e la Tv (il 7,3%
non la guarda).
Un italiano su 4 (25,5%), invece, non ascolta mai la radio;
meno della metà degli intervistati usa il lettore Dvd (il
56,9% mai). La maggioranza degli intervistati non utilizza
il lettore MP3/iPod (64,5%), la console per videogiochi
(70,6%), l’iPad/tablet (73,2%) e, nonostante la recente
diffusione, l’E-Book (80,3%).
Per quanto riguarda il quotidiano tradizionale, oltre un
terzo del campione (37,9%) afferma di non comprarlo mai, il
26,1% raramente, il 16,9% qualche volta, l’8,5% spesso, solo
un soggetto su 10 tutti i giorni (10,5%).
Quasi la metà (48,1%) guarda il telegiornale tutti i
giorni; il 23,1% spesso, il 15,4% qualche volta, l’8,8%
raramente e solo il 4,7% mai.
Il 18,1% ascolta il giornale radio tutti i giorni, il 18,3%
spesso, ma prevalgono coloro che lo fanno qualche volta
(22,5%), raramente (17,2%) e mai (23,9%).
Il 22,9% degli intervistati, quasi uno su 4, afferma di non
aver letto nessun libro nel corso dell’ultimo anno. Fra chi
ha invece risposto positivamente, – il 77,1% del campione –
prevale chi ha letto da 1 a 3 libri (35,9%); il 16,9% ne ha
letti da 4 a 6, l’11,1% da 7 a 12, il 13,1% più di 12.
La quota di donne che non leggono mai durante l’anno è
decisamente più contenuta rispetto a quella maschile: 16,2%
contro 29,9%. (Public Policy)

SPE