(Public Policy) – Roma, 17 ott – È importante che per la
prima volta nella storia italiana si affronti in modo
adeguato il problema della corruzione con la finalità di
prevenirla e reprimerla, al contrario di quanto accaduto
all’indomani di ‘Mani Pulite’, quando la politica cercò
invece di rallentare l’azione della magistratura. E questo
viene detto da una persona che di quei processi se ne
intende”. Lo ha sottolineato il ministro della Giustizia,
Paola Severino, in sede di replica al Senato sul ddl
anticorruzione.
LE PENE: DALLA CONCUSSIONE AI REATI MENO GRAVI
Severino ha poi spiegato la geometria delle pene contenute
nel provvedimento: “La concussione è importante perché
rappresenta la cima di quella piramide sotto la cui punta
sono stati costruiti gli altri reati”.
“Il disegno di legge ha una sua identità: configura le pene
partendo da quella più grave della concussione per
costrizione fino ad arrivare alla base della piramide, ai
reati meno gravi. Ecco perché sotto il profilo della
costruzione della pena, si è detto che uno degli scopi
principali è mantenere l’equilibrio delle pene. Credo che
non ci debbano essere per le pene eccessi in alto o in
basso, costruire una pena giusta è difficile e importante”.
LA RISPOSTA ALLE CRITICHE
La Severino ha risposto anche ad alcune critiche sul ddl,
in particolare sulla mancanza delle norme sul falso in
bilancio, sull’antiriciclaggio, la prescrizione e il voto di
scambio. “Sono categorie di reati diversi; so perfettamente
– ha detto – che sono mondi che stanno attorno alla
corruzione ma sono momenti diversi, tant’è che sono iscritti
in progetti di legge diversi”. E in particolare la
prescrizione, “deve riguardare tutti i reati e non può
influenzare la misura della pena per singoli reati o
categorie di reati”. “La riforma dei reati societari – ha
spiegato ancora il ministro – ci deve essere, ma non dentro
il provvedimento di corruzione, perché lo affollerebbe; la
corruzione diventerebbe una calamita di mille altre
fattispecie e questo farebbe rischiare la paralisi del
provvedimento”.
IL GOVERNO È SEMPRE PRONTO A INTERVENIRE
Quindi il ministro si è rivolto al Parlamento: “Il Governo
è pronto come sempre, se richiesto, a intervenire anche su
questa materia. Se ci sarà una sollecitazione parlamentare
lo potremo fare in tempi rapidi”. E quanto al disegno di
legge, il ministro ha ricordato che all’inizio era
considerato “un atto di coraggio e oggi sembra carta
straccia, sembra che abbiamo perso mesi per costruire il
nulla, ma dobbiamo dire insieme che non è vero, non è
oggetto di inciuci, abbiamo costruiti insieme cose
importanti, grazie al contributo del Parlamento.Fare i
grilli parlanti è uno sport molto praticato. Anche io ho
fatto parte della schiera dei grilli parlanti ma bisogna
passare qui dentro per capire la fatica che c’è dietro ogni
provvedimento, la necessità di conquistarsi la fiducia di
tutti su ciò che si propone. E allora – ha concluso la
Severino – rivendichiamo quello che abbiamo fatto”.(Public
Policy)
EPA