Aree a fallimento e banda larga: ecco il piano del Mise

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Neutralità tecnologica, “possibile” canone di concessione per l’accesso, punti supplementari a chi si proporrà di costruire la rete come operatore esclusivo nei mercati all’ingrosso.

Sono alcuni dei punti del Piano degli investimenti per la banda ultralarga nelle aree bianche, cioè quelle a fallimento di mercato, messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico. In queste zone, come annunciato nei mesi scorsi dal governo, la strategia è quella di avere la proprietà dell’infrastruttura.

Il documento rimarrà in consultazione sul sito di Infratel per 30 giorni.

L’intervento diretto, ribadisce il documento, prevede l’attribuzione ad uno o più soggetti, individuati in base a procedura di selezione su base competitiva, di finanziamenti pubblici per la progettazione, costruzione, manutenzione e gestione in modalità wholesale di infrastrutture passive e attive abilitanti a un servizio di accesso alla rete di nuova generazione (Nga) nelle aree bianche presenti sull’intero territorio nazionale, aggregate in lotti geografici.

La costruzione è interamente finanziata con risorse pubbliche, mentre la gestione dei servizi wholesale, cioè all’ingrosso, passivi e attivi di accesso alla rete è svolta da un soggetto concessionario, con risorse proprie, a fronte di un possibile canone di concessione.

Solo limitatamente ai servizi wholesale attivi, che il concessionario è tenuto a fornire esclusivamente in presenza di domanda ragionevole da parte di operatori terzi, i costi relativi all’infrastruttura e apparati necessari all’attivazione della rete possono essere coperti da finanziamento pubblico.

L’infrastruttura è di proprietà pubblica. La realizzazione della rete e la concessione per l’utilizzo, saranno messe a gara, congiuntamente o disgiuntamente, in base al criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, tramite una propria società controllata che ha il ruolo di stazione appaltante. La durata degli affidamenti in concessione è di 20 anni.

Le procedure di selezione su base competitiva garantiscono la neutralità tecnologica. L’infrastruttura è inoltre realizzata in modo da garantire caratteristiche di efficienza, assicurando per ogni area interessata almeno un punto di consegna neutro della rete di accesso, posizionato in modo da offrire una condizione favorevole alla realizzazione dell’interconnessione con le reti di backhaul degli operatori fissi e mobili presenti nello stesso territorio.

Qualora l’infrastruttura intercetti un nodo fisso o mobile di un operatore già presente, il beneficiario del finanziamento pubblico è tenuto ad assicurarne l’accesso.

Tra i criteri per la valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sarà “positivamente valorizzato” l’utilizzo d’infrastrutture esistenti, poiché questo “contribuisce ad aumentare l’efficienza degli investimenti, consentendo un contenimento dell’entità dell’intervento pubblico”.

Sugli esiti della gara, il documento chiarisce che, nel caso in cui l’aggiudicatario sia un operatore verticalmente integrato (ossia presente nel mercato dei servizi di accesso alla rete all’ingrosso e al dettaglio), è richiesta l’adozione delle misure necessarie per garantire l’applicazione del principio di non discriminazione (le cosiddette misure di equivalence).

Per ridurre il rischio di conflitti di interesse e di aumentare il grado di trasparenza da parte del concessionario, la procedura di selezione attribuisce punti supplementari all’offerente che direttamente o tramite società del medesimo gruppo opera esclusivamente nei mercati all’ingrosso; all’offerente che, pur operando direttamente o tramite società del medesimo gruppo sia nei mercati a monte all’ingrosso sia nei mercati a valle al dettaglio, si impegni a costituire entro un congruo periodo dall’aggiudicazione una società separata per la gestione dei servizi oggetto della concessione.

Di conseguenza, un’impresa operante esclusivamente nel mercato dei servizi di accesso alla rete all’ingrosso che si aggiudichi la concessione non può, successivamente, nel periodo di durata della concessione, svolgere attività nel mercato dei servizi al dettaglio, pena la revoca del contratto di concessione.

Il documento, infine, sottolinea che il beneficio atteso è quello “di aumentare il benessere dei consumatori presenti nelle aree di intervento – anche mediante la promozione della digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione – riducendo, in tal modo, le disuguaglianze sociali generate dalle sole dinamiche di mercato, rispetto alle altre aree del Paese”. (Public Policy)

@fraciaraffo