Armi all’Ucraina, pressing Lega-FdI per la lista in Parlamento. Ma il Governo frena

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di Giordano Locchi

ROMA (Public Policy) – È scaduto giovedì sera, nelle commissioni Esteri e Difesa di Montecitorio, il termine per la presentazione di proposte di modifica ai due dl relativi al conflitto in in Ucraina approvati dal Consiglio dei ministri, mentre si assiste a un particolare malumore da parte di alcuni gruppi. Motivo del contendere il non coinvolgimento delle forze parlamentari sulla lista delle armi da inviare alle autorità del Paese, oggetto, nella sua definizione effettiva, di un decreto interministeriale – secretato – previsto dal secondo dl approvato lunedì con la norma abilitante per la cessione, appunto, di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari.

Il decreto legge in questione, che verrà fatto confluire nel primo dl con un emendamento di rifusione del Governo, prevede infatti uno o più decreti del ministro della Difesa, di concerto con i ministri degli Esteri e dell’Economia, per la definizione dell’elenco: un passaggio su cui in particolare Fratelli d’Italia, dall’opposizione, e la Lega, dalla maggioranza (ma una sensibilità simile ci sarebbe anche in una parte dei 5 stelle), hanno sottolineato la necessità di un coinvolgimento delle commissioni parlamentari, magari nella forma di una seduta secretata, anche alla luce delle fughe di notizie rispetto alle quali il ministero della Difesa ieri ha affermato che “ogni ipotesi pubblicata”  è “da considerarsi basata su valutazioni prive di qualsiasi riscontro ufficiale e oggettivo”.

Circa la possibilità di una condivisione anche in forma riservata dell’elenco del materiale di armamento che verrà inviato tramite l’Unione europea all’Ucraina, al momento non risulta esserci la disponibilità da parte del Governo, che, per quanto riguarda l’informazione agli organi del Parlamento, attraverso la Difesa ha comunicato di aver informato e aggiornato il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), nella giornata di mercoledì, con un’audizione di quasi tre ore del ministro Lorenzo Guerini in relazione al conflitto in corso. Guerini potrebbe comunque essere audito, così come il capo di Stato maggiore della Difesa, anche dalle commissioni III e IV della Camera. In questo momento a livello parlamentare si sta valutando la possibilità che un resoconto possa essere fatto alle Camere in un momento successivo, quando si valuterà se saranno venute meno le esigenze di riservatezza.

Durante i dibattiti degli scorsi giorni nelle due commissioni, Roberto Paolo Ferrari (Lega) aveva sottolineato la necessità di non limitare la discussione ai decreti legge, ma piuttosto estenderla anche alla fornitura del materiale bellico. Pur condividendo le scelte del Governo, Ferrari aveva evidenziato che una riflessione va svolta anche dal momento che in passato l’orientamento del nostro Paese su tale aspetto è sempre stato di diverso segno (in particolare quando il Governo libico riconosciuto dall’Onu chiese il supporto militare). Visto che il dl non specifica la tipologia di materiale bellico che verrà fornito alle forze ucraine, Ferrari aveva lamentato come il Parlamento sia tenuto all’oscuro di informazioni che sembrano, invece, essere note ai mezzi di comunicazione. Anche Matteo Perego di Cremnago (FI), visto che il nuovo decreto legge va oltre la cessione di materiale soltanto difensivo, aveva richiesto di operare con la massima trasparenza.

Dall’opposizione Salvatore Deidda (FdI) ha espresso il proprio rincrescimento per l’atteggiamento del Governo che ha assunto la decisione di inviare materiale bellico all’Ucraina coinvolgendo il Parlamento soltanto in un secondo tempo. Ha lamentato quindi che le Camere sono state tenute all’oscuro della tipologia di armamenti che saranno ceduti. Lamentela arrivata anche da Emanuela Corda (Alternativa), la quale ha definito di particolare gravità l’aver autorizzato la cessione di armamenti letali senza che il Parlamento possa avere la cognizione di quali e quanti siano. Deidda e Ferrari sono intervenuti ieri anche in aula lamentando in particolare la fuga di notizie sull’elenco.

Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, durante i lavori delle commissioni, ha spiegato che il riserbo sulla tipologia di armamenti che saranno ceduti all’Ucraina – già comunque in dotazione alle Forze armate italiane – è giustificata dal non voler dare un vantaggio competitivo all’avversario, ha sottolineato che la cessione di armamenti letali è subordinata alla risoluzione approvata dalle Camere dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio martedì. Mulè ha quindi ribadito che l’intenzione è quella di mantenere la massima segretezza sull’elenco degli armamenti che verranno ceduti a Kiev.

Il relatore per la IV commissione, Giovanni Luca Aresta (M5s), ha assicurato l’impegno per trovare una soluzione che garantisca al Parlamento la possibilità di essere adeguatamente informato sulle scelte compiute sulla cessione d’armamenti. La relatrice per la III commissione, Lia Quartapelle (Pd), vista la necessità di un iter senza intoppi per la conversione dei decreti – su cui c’è comunque ampia convergenza -, ha proposto che le commissioni potranno programmare successivamente una più ampia attività conoscitiva sulla crisi ucraina nel suo complesso, tenendo conto che si tratta di un dossier destinato a restare in cima all’agenda delle due commissioni. (Public Policy)

@Locchiaperti