ROMA (Public Policy) – Il committente sarà chiamato a richiedere copie delle deleghe di pagamento delle ritenute fiscali (all’appaltatore, subappaltatore o affidatario) per i lavoratori impiegati solo quando le opere o i servizi affidati hanno un importo superiore annuo a 200mila euro e quando il contratto sia caratterizzato da “prevalente utilizzo di manodopera” (labour intensive) nelle sedi di attività dello stesso committente e con l’utilizzo di beni strumentali di sua proprietà o ad esso riconducibili. Le imprese invieranno in sostanza la ricevuta dell’F24 (delega di pagamento) per attestare le ritenute versate, e il commente viene così enonerato dal versamento.
Lo prevede la bozza – presa in visione da Public Policy – di una possibile revisione del contestato articolo 4 del dl Fiscale, a cui si dovrebbe arrivare con un emendamento del Governo o dei relatori. L’ipotesi è sul tavolo della maggioranza, ma sono in corso riflessioni e verifiche per arrivare a una quadra.
Un’altra possibilità, che appare meno problematica, è quella di lasciare in capo ai committenti l’obbligo del versamento, ma restringendo l’ambito oggettivo della norma ai soli contratti labour intensive sopra i 200mila euro.
L’art. 4 del decreto Fiscale ha previsto una serie di misure per il contrasto all’omesso versamento delle ritenute fiscali, prevedendo infatti l’obbligo per il committente al versamento delle ritenute per i lavoratori impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio (senza possibilità di utilizzare in compensazione proprie posizioni creditorie) in tutti i casi di affidamento.
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GIL