ROMA (Public Policy) – Dubbi del Servizio del bilancio del Senato sulla platea dei futuri percettori dell’Assegno di inclusione, la misura prevista dal dl Lavoro che sostituirà il Reddito di cittadinanza.
La relazione tecnica, sottolinea il dossier, indica una platea di nuclei percettori pari a circa il 60% dei percettori di Reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza secondo le nuove condizioni previste (presenza di minori, disabili o sessantenni). Confrontando questi dati con quelli indicati nella rt all’ultima legge di Bilancio, i tecnici notano che la nuova stima è leggermente inferiore: 697.000 su un totale di 1.192.000 nuclei percettori a dicembre 2022 (58,5%), mentre nell’ultima legge di Bilancio gli omologhi nuclei ammontavano a 635.000 su un totale di 1.039.000 (61,1%).
In merito alla stima di 697.000 nuclei beneficiari del nuovo assegno, sulla base dei dati forniti dall’osservatorio statistico dell’Inps i tecnici segnalano che i nuclei beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza del mese di dicembre 2022 con minori erano pari a 367.000 circa e quelli con presenza di disabili erano pari a 203.000 circa, cui aggiungere circa 45.000 nuclei di stranieri in più. La somma dei suddetti nuclei (615.000) non è lontana dal totale di beneficiari stimato dalla rt (697.000). A questo punto andrebbero conteggiati i nuclei con ultra60enni, per i quali non vi è autonoma evidenza nei report Inps. Il dato più utilizzabile appare essere quello sui nuclei percettori di pensione di cittadinanza, quindi con componenti del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni (che ovviamente rappresentano un sottoinsieme rispetto al nuovo parametro di 60 anni), pari a circa 120.000 nel mese considerato. Il totale ammonterebbe quindi a 735.000 nuclei a fronte dei 697.000 considerati.
“Tale discrasia appare destinata ad ampliarsi ulteriormente per le cennate considerazioni sul fatto che la nuova previsione prevede il beneficio per gli ultra60enni, mentre la Pdc è un istituto dedicato agli ultra67enni. Alla luce del fatto che in generale i soggetti con 60-66 anni di età sono circa 5,5 milioni e gli ultra 67enni 12,3 milioni, si può approssimativamente stimare in circa 50/55.000 i nuclei aggiuntivi da inserire nel computo rispetto ai percettori di Pdc, il che condurrebbe il totale dei nuclei destinatari del nuovo sussidio al valore di 785/790.000 unità”, evidenzia ancora il dossier.
“Tuttavia, vanno valutati i cospicui fenomeni di accavallamento tra i sottogruppi certamente presenti, correlati al fatto che il medesimo nucleo può essere considerato in due o più dei sottogruppi indicati (per contemporanea presenza nel nucleo di disabili, minori o ultrasessantenni)”, aggiungono ancora. Quindi, “un chiarimento” sull’entità di questi fenomeni di compresenza nei nuclei di diverse tipologie di beneficiari secondo i nuovi requisiti richiesti “andrebbe fornito, onde valutare la congruità della stima complessiva dei nuclei beneficiari”.
Evidenziando comunque che la platea per il 2024 risulta già aumentata dalla rt fino a 733.000 nuclei, secondo i tecnici “la stima appare plausibile”.
In relazione poi alla base annua per il 2024 che risulta aumentata da 697.000 a 733.000 nuclei per tener conto, secondo quanto afferma la rt, dei tassi di ingresso ed uscita e delle variabili demografiche, “andrebbero meglio esplicitati i fattori di incremento, anche se di per sé appaiono ispirati a criteri di adeguata prudenzialità. Inoltre andrebbe spiegato per quale ragione nel decennio di riferimento la platea aumenta costantemente tranne nel 2026, anno in cui calerebbe a 737.000 nuclei dopo il precedente aumento a 754.000 nuclei nel 2025. Posto che la prima sospensione di un mese si ha dopo 18 mesi e successivamente dopo 12 mesi, l’effetto della sospensione con conseguente diminuzione della platea media dovrebbe essere computato per la prima volta nel 2025 e poi rimanere stabile negli anni successivi”. (Public Policy) FRA