Fondo risparmiatori: perché per il Governo non viola le regole Ue

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di Giordano Locchi

ROMA (Public Policy) – A rientrare nell’intervento del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) previsto dai commi da 493 a 507 della manovra potrebbero teoricamente essere più di 6 banche, ma l’intenzione è quella di circoscrivere i ristori per i risparmiatori di Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Chieti, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il funzionamento del Fir si limiterà agli anni 2019-2021, periodo entro il quale andranno conclusi i procedimento di indennizzo nei confronti di soggetti coinvolti. È quanto emerge dalle linee di risposta a Bruxelles valutate dal Governo in seguito alla lettera ricevuta il 29 gennaio dalla Commissione Ue sul Fir e sui dubbi relativi alla sua compatibilità con le regole europee.

La lettera specifica che in caso di “misselling” (vendita fraudolenta di prodotti finanziari) il ristoro è ammesso, ma deve essere a carico del responsabile delle banca. Altri tipi di intervento – come quello pubblico previsto in manovra – dovrebbero avvenire previo giudizio di una corte o parere di un arbitro che accerti formalmente che si sia trattato effettivamente di misselling o almeno la fissazione di criteri che assicurino che il rimborso sia dovuto a ragioni di urgenza sociale. L’indennizzo è possibile solo se il venditore dei prodotti finanziari è uscito dal mercato, e se è concesso in favore di investitori non professionali. Inoltre, il pagamento della compensazione deve avvenire solo dopo aver posto in atto il burden sharing.

Secondo quanto emerge, per il Governo l’urgenza sociale del ristoro sarebbe dimostrabile dai numerosi casi di suicidio e tentato suicidio nei territori colpiti dalla crisi delle banche tra il 2015 e il 2017, dal rischio di perdita di fiducia nel sistema bancario, nonché dai numerosi procedimenti giudiziari in atto. Le 6 banche poi non sono più sul mercato e in tutte è intervenuto il burden sharing. La manovra esclude gli investitori professionali dal ristoro. Non tutti i risparmiatori infatti hanno la possibilità di accedere all’indennizzo: sono esclusi  i soggetti che per provata consapevolezza erano in grado di valutare l’operato delle banche nei confronti dei risparmiatori e del mercato (sono comunque incluse microimprese e onlus).

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@Locchiapaerti