di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – Per otto volte Pd e M5s si sono presentati insieme alle elezioni regionali e in sette occasioni hanno perso. Umbria 2019, Liguria 2020, Calabria 2021, Lombardia 2023, Friuli Venezia Giulia 2023, Molise 2023, Abruzzo 2024, Basilicata 2024. Fa eccezione la vittoria in Sardegna con Alessandra Todde di poche settimane fa. Vito Bardi ieri è stato confermato alla guida della Regione Basilicata, sostenuto da quello che può essere definito il Campo largo di centrodestra. A sostegno del presidente uscente c’erano infatti anche i partiti dell’ex Terzo polo, Azione che ha preso il 7,51 e Orgoglio Lucano (vicino a Italia viva) che ha preso il 7,03.
In totale, i partiti di area centrista con Bardi valgono il 15 per cento, in una Regione in cui l’apporto di Marcello Pittella, leader regionale di Azione ed ex Pd nonché ex presidente di Regione, è fondamentale. Un 15 per cento che va a sommarsi al risultato di Forza Italia, arrivata al 13,01 per cento. Non è una buona notizia per la Lega, che scivola al 7,81 per cento dopo aver furoreggiato negli anni scorsi, quando sembrava che il salvinismo dovesse durare un ventennio.
Il centrosinistra guidato da Piero Marrese, scelto dopo le candidature saltate di Angelo Chiorazzo e Domenico Lacerenza, ha perso nettamente contro Bardi. Il candidato sconfitto dà la colpa ad Azione, rea di aver corso insieme alla destra, ma nel Campo largo quello che non ha funzionato è il M5s. Dopo aver superato il 20 per cento alle elezioni regionali cinque anni fa e alle elezioni politiche del 2022, il partito di Giuseppe Conte è precipitato al 7,66 per cento. Nonostante tutto però il Pd continua a dare credito al partito guidato dall’ex premier. Adesso però ci sono le Europee, dove si volta col proporzionale e dove il duello fra Pd e M5s è in corso da settimane. L’animosità è destinata a salire. (Public Policy)
@davidallegranti





