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Il problema Fincantieri non è certo risolto, visto che Palazzo Chigi è intervenuto perché quelli di Monfalcone sono stati etichettati come "impianti strategici", mentre nulla cambia per tutti quelli che non lo sono o non vengono definiti tali. L'intervento ha permesso a 5mila lavoratori di tornare al loro posto e a Fincantieri di continuare nella produzione. Bene, ma cosa sarebbe successo se i lavoratori fossero stati 500 o 50? E se l'azienda fosse stata una Brambilla qualsiasi?

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Chissà che non sia (finalmente) finita la caccia alle streghe verso le banche. La Camera inizia l’esame del decreto legge sui fallimenti, una serie di misure introdotte dal governo per accelerare il recupero dei crediti, per non penalizzare eccessivamente i nostri istituti e, indirettamente, far ripartire il credito. Attenti però, perché il diavolo si cela nei dettagli e c’è il rischio che tutto resti solo sulla carta. Lasciando le banche dei Belzebù e le imprese senza denaro

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Non si tratta solo di stare sicuri oggi, ma di esserlo per il futuro. Come ha evidenziato nella sua relazione annuale il presidente dell'Ivass, Salvatore Rossi, sta cambiando il ruolo tradizionale delle assicurazioni, e nel nuovo scenario, in cui nascono enormi potenzialità e molteplici rischi, bisogna intervenire per tempo. Il confine tra banche e assicurazioni sta sfumando, come ha spiegato Rossi, complice la perdita di redditività dei tradizionali investimenti assicurativi. Ciò apre nuovi spazi alle assicurazioni italiane che, se paragonate alle banche, sull'economia pesano il 30% in meno rispetto alla media dell'eurozona

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In un mondo globalizzato fatto di mercati sterminati, a fronte del tessuto imprenditoriale di medie, piccole e micro aziende italiane, la collaborazione tra imprenditori non è più un optional. Da una parte, ridurre i livelli decisionali, centralizzare le funzioni, unificare le rappresentanze degli interessi, aumenta la qualità e riduce i costi dei servizi forniti dalle varie associazioni territoriali. Dall'altra, attraverso il coordinamento del "localismo economico", la fusione dei distretti, l'implementazione dei contratti di filiera, è possibile superare le crisi di identità delle rappresentanze intermedie

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Tasse e morte in Italia non sono accomunate solo per essere le uniche certezze della vita, ma anche perché il fisco italiano, come la dipartita, non sai mai quando arriva, come arriva e quanto sarà il dolore. Quasi 20 milioni di proprietari di casa si apprestano a pagare l’acconto sulla Tasi (un totale di 2,4 miliardi) e altri 25 milioni la prima rata dell’Imu (9,7 miliardi). Ma, pur avendo evitato il caos dello scorso anno, regna comunque l’incertezza. Innanzitutto perché le scadenze si sommano tra loro nello stesso giorno, e anzi si triplicano se si contano le dichiarazioni afferenti al modello "Unico"

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Se un'autorità di controllo dice che i suoi stessi controllati sono soggetti a troppe regole, evidentemente qualcosa non va. Giuseppe Vegas, presidente Consob, si è lamentato dei molti vincoli per le nostre banche e, soprattutto, ha invocato un diverso atteggiamento di Bruxelles nei loro confronti. Come ha sostenuto anche Ignazio Visco, infatti, regole eccessive frenano l'economia e bisogna evitare "in questa fase di incerta ripresa, di attenuare la capacità complessiva di erogare credito". E in questo caso sono proprio le norme europee a penalizzarci

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L'intenzione, probabilmente, era soltanto quella di mandare un messaggio che suonasse come musica alle orecchie dell'elettorato moderato, verso il quale sente di aver un po' perso la capacità attrattiva proprio alla vigilia delle regionali. Ma l'uscita di Renzi sul "sindacato unico" rivela tutta la fragilità della politica italiana, ferma a dibattiti tanto vecchi quanto inutili. Da un lato c'è l'infelicità di quella parola, "unico", termine equivoco che presta facilmente il fianco a speculazioni. Dall'altro lato, sconforta la reazione, improntata al solito riflesso condizionato del "politicamente corretto"

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Siamo sempre pronti ad attribuire ogni colpa all’Unione europea, scaricando su di essa anche le nostre mancanze. I (pochi) casi in cui sfruttiamo al meglio l’essere parte integrante dell’Europa, invece, passano spesso sotto silenzio. Ad esempio, dimentichiamo che l’Italia è il maggiore beneficiario delle misure antidumping imposte da Bruxelles, come ha specificato il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, rispondendo in aula alla Camera a un’interpellanza del Partito democratico

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Quanto sia variabile lo scenario, dopo la sentenza della Consulta sulle pensioni, è testimoniato dal fatto che, in soli 3 giorni, 400 mila lavoratori sono andati sul sito dell'Inps a vedere quanto prenderanno tramite lo strumento "la mia pensione", appena lanciato dal neo presidente. Esperienza copiata da quella ormai consolidata della Cipag, la Cassa di previdenza dei geometri, che ha da anni istituito, con lo stesso scopo, la "busta arancione". Lo stesso presidente Cipag, Fausto Amadasi, ha ammesso che, sotto la spada di Damocle delle sentenze, è difficile programmare

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La scuola italiana non se la passa bene. Anzi, sta proprio a pezzi. Però è strano rilevare come ogni proposta di riforma, piccola o grande che sia, provenga da destra, dal centro o da sinistra, generi immediatamente scioperi e proteste, come per riflesso automatico, come se l'unica riforma giusta in questo Paese sia sempre quella che non si fa. Il ddl su #labuonascuola è in Commissione Cultura alla Camera, con 2100 emendamenti da esaminare, un percorso parlamentare ancora agli albori e la possibilità di numerose modifiche ma, come se tutto fosse già deciso, sono partite le proteste

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