Lo Spillodi Enrico Cisnetto
A mezzanotte in punto sono arrivate a 16210 insegnanti le proposte di assunzione all’interno della terza fase del progetto di “stabilizzazione” di 100 mila precari previsto da “la buona scuola”. I precari interessati dovranno ora decidere se accettare o meno un lavoro a tempo indeterminato a stipendio garantito fino alla pensione. Per molti precari e disoccupati, sarebbe un sogno. Per alcuni di loro, invece, addirittura motivo di un’assurda lamentela.
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More solito, il diavolo si annida nei dettagli. Dopo la fiducia ottenuta alla Camera, il Senato ha convertito in via definitiva il cosiddetto decreto legge sui fallimenti. Un provvedimento che nelle intenzioni del governo dovrebbe accelerare le procedure per il recupero crediti in caso di fallimenti e, indirettamente, aiutare le banche a smaltire i 200 miliardi di sofferenze che hanno in pancia. Bene, ma attenzione alle declinazioni pratiche che rischiano di capovolgere lo scopo iniziale della norma
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Matteo Renzi è animato da comprensibili ragioni politiche, ma la "rivoluzione fiscale" da lui annunciata fa a pugni con la realtà. Promettere tagli per 45 miliardi in 3 anni, quando nello stesso periodo è già previsto un aumento di tasse pari a quasi il doppio. Nel caso in cui non si riuscisse a ridurre la spesa pubblica, infatti, le clausole di salvaguardia Ue faranno scattare aumenti per 17 miliardi nel 2016 che diventano 80 nel prossimo triennio
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Per tornare a crescere servono misure straordinarie. E se c'è un settore in cui sono necessarie, questo è l'edilizia. Per l'Ance, l'associazione dei costruttori, 8 anni di segni negativi hanno comportato la chiusura di 80 mila imprese e la scomparsa di 800 mila posti di lavoro, con gli investimenti calati del 35%. Per tornare a vedere la luce, il presidente dei costruttori, Paolo Buzzetti, propone "un colpo di acceleratore e l'investimento di 10 miliardi che frutterebbero 2 punti di pil e 170 mila occupati in più".
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Il problema Fincantieri non è certo risolto, visto che Palazzo Chigi è intervenuto perché quelli di Monfalcone sono stati etichettati come "impianti strategici", mentre nulla cambia per tutti quelli che non lo sono o non vengono definiti tali. L'intervento ha permesso a 5mila lavoratori di tornare al loro posto e a Fincantieri di continuare nella produzione. Bene, ma cosa sarebbe successo se i lavoratori fossero stati 500 o 50? E se l'azienda fosse stata una Brambilla qualsiasi?
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Chissà che non sia (finalmente) finita la caccia alle streghe verso le banche. La Camera inizia l’esame del decreto legge sui fallimenti, una serie di misure introdotte dal governo per accelerare il recupero dei crediti, per non penalizzare eccessivamente i nostri istituti e, indirettamente, far ripartire il credito. Attenti però, perché il diavolo si cela nei dettagli e c’è il rischio che tutto resti solo sulla carta. Lasciando le banche dei Belzebù e le imprese senza denaro
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Non si tratta solo di stare sicuri oggi, ma di esserlo per il futuro. Come ha evidenziato nella sua relazione annuale il presidente dell'Ivass, Salvatore Rossi, sta cambiando il ruolo tradizionale delle assicurazioni, e nel nuovo scenario, in cui nascono enormi potenzialità e molteplici rischi, bisogna intervenire per tempo. Il confine tra banche e assicurazioni sta sfumando, come ha spiegato Rossi, complice la perdita di redditività dei tradizionali investimenti assicurativi. Ciò apre nuovi spazi alle assicurazioni italiane che, se paragonate alle banche, sull'economia pesano il 30% in meno rispetto alla media dell'eurozona
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In un mondo globalizzato fatto di mercati sterminati, a fronte del tessuto imprenditoriale di medie, piccole e micro aziende italiane, la collaborazione tra imprenditori non è più un optional. Da una parte, ridurre i livelli decisionali, centralizzare le funzioni, unificare le rappresentanze degli interessi, aumenta la qualità e riduce i costi dei servizi forniti dalle varie associazioni territoriali. Dall'altra, attraverso il coordinamento del "localismo economico", la fusione dei distretti, l'implementazione dei contratti di filiera, è possibile superare le crisi di identità delle rappresentanze intermedie
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Tasse e morte in Italia non sono accomunate solo per essere le uniche certezze della vita, ma anche perché il fisco italiano, come la dipartita, non sai mai quando arriva, come arriva e quanto sarà il dolore. Quasi 20 milioni di proprietari di casa si apprestano a pagare l’acconto sulla Tasi (un totale di 2,4 miliardi) e altri 25 milioni la prima rata dell’Imu (9,7 miliardi). Ma, pur avendo evitato il caos dello scorso anno, regna comunque l’incertezza. Innanzitutto perché le scadenze si sommano tra loro nello stesso giorno, e anzi si triplicano se si contano le dichiarazioni afferenti al modello "Unico"
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Se un'autorità di controllo dice che i suoi stessi controllati sono soggetti a troppe regole, evidentemente qualcosa non va. Giuseppe Vegas, presidente Consob, si è lamentato dei molti vincoli per le nostre banche e, soprattutto, ha invocato un diverso atteggiamento di Bruxelles nei loro confronti. Come ha sostenuto anche Ignazio Visco, infatti, regole eccessive frenano l'economia e bisogna evitare "in questa fase di incerta ripresa, di attenuare la capacità complessiva di erogare credito". E in questo caso sono proprio le norme europee a penalizzarci