Lo Spillo
L'abitudine di mischiare come l'acqua con l'olio argomenti eterogenei in decreti nati con scopi e denominazioni monotematici, incurante della barbina figura già raccolta, è proseguita prima con il "milleproroghe" e adesso con la versione seconda del "salva Roma"
I rischi di un “Draghi bis”
di Leopoldo Papi
ROMA (Public Policy) - Ci sono varie ragioni per essere scettici sulla tesi di chi, come ad esempio Sofia Ventura, Mario Monti,...
L’esperimento Draghi ha ‘moderato’ i partiti. I rischi sul tavolo
di Lorenzo Castellani
ROMA (Public Policy) – Le ultime settimane sono state caratterizzate dalla crisi politica interna al Partito democratico. Il segretario Nicola Zingaretti, dopo aver...
Lo Spillo
Non si tratta solo di stare sicuri oggi, ma di esserlo per il futuro. Come ha evidenziato nella sua relazione annuale il presidente dell'Ivass, Salvatore Rossi, sta cambiando il ruolo tradizionale delle assicurazioni, e nel nuovo scenario, in cui nascono enormi potenzialità e molteplici rischi, bisogna intervenire per tempo. Il confine tra banche e assicurazioni sta sfumando, come ha spiegato Rossi, complice la perdita di redditività dei tradizionali investimenti assicurativi. Ciò apre nuovi spazi alle assicurazioni italiane che, se paragonate alle banche, sull'economia pesano il 30% in meno rispetto alla media dell'eurozona
Lezioni dall’Australia, il canarino occidentale nella miniera dell’autoritarismo rampante
Il Parlamento di Canberra, con spirito bipartisan e pragmatismo invidiabile,
approva una legislazione innovativa per contrastare le ingerenze straniere nella
sua politica democratica. L’obiettivo è arginare...
Il proporzionale, una buona idea che rischia di rimanere un miraggio
di Carmelo Palma
ROMA (Public Policy) - La storia della Seconda Repubblica è stata, per molti versi, la storia dell’illusione maggioritaria, cioè della speranza, rivelatasi vana,...
Lo Spillo
Ogni allenatore può insegnarlo. Quando sei in difficoltà e non puoi competere con il tuo avversario, isolati, provoca confusione, sposta l'asse della sfida. Però non scatenare la rissa, perché poi vai fuori dal campo, cadendo nel ridicolo. È quanto sta accadendo al Movimento 5 stelle
Twist d’Aula C’è un’economia che la politica non capisce
Tanto tuonò che piovve. La Commissione Ue ha rimandato a settembre (o meglio, a primavera) la legge di Bilancio e con essa tutti i conti pubblici italiani. Il vicepresidente della Commissione Ue, Katainen, l’aveva annunciato. L’altro vicepresidente, Dombrovskis, l’aveva ripetuto. E oggi vengono confermate, nero su bianco, tutte le preoccupazioni. Il debito pubblico non scende, la produttività non cresce, la disoccupazione resta alta, i crediti deteriorati continuano ad essere un problema. Soprattutto, per Bruxelles sarebbe importante non tornare indietro sulle pensioni, come invece stiamo facendo. E mantenere la linea sui conti pubblici, come invece non stiamo facendo
Una legge sulle lobby, per difenderle dalla politica
Una rondine non fa primavera, ma tre dichiarazioni di esponenti di tre forze politiche diverse (Roberto Fico, Riccardo Nencini, Valeria Valente) in pochi giorni fanno ben sperare perché la XVIII legislatura sia quella buona per fare, finalmente, la legge sulla rappresentanza di interessi. Se ne parla da anni, quasi sempre tirando in ballo l’esigenza di proteggere la politica da interessi opachi, occulti, e contrari al “bene comune”. Le mitologiche lobbies vengono ciclicamente raccontate come il gatto e la volpe della vita pubblica. Si tratta di un fenomeno reale e dannoso, ma limitarsi a questa parte della storia è due volte sbagliato, significa ripetere pari pari l’errore di chi racconta il mercato sempre dalla parte del piccolo produttore danneggiato
Lo Spillo – Il bonus bebè che serve (più) alla politica
L'idea di raddoppiare il "bonus bebè" lanciata in questi giorni da alcuni esponenti del governo rischia di rivelarsi assolutamente inutile a combattere il crac demografico. Anzi, sembra solo un altro intervento spot. Per com'è disegnata la misura andrebbe a sostenere con 160 euro al mese invece di 80 il reddito delle famiglie con figli con meno di 3 anni e un Isee inferiore ai 25mila euro. Si tratta evidentemente, più di una misura a termine per contrastare la povertà delle famiglie con bimbi piccoli che non un generalizzato incentivo alle nascite