ROMA (Public Policy) – “Il processo di integrazione europea affronta in questa fase sfide epocali, dinanzi alle quali l’Italia ha oggi particolari responsabilità. In questo contesto il governo ha deciso di affidare, in via eccezionale a Carlo Calenda, membro dell’esecutivo, la guida della nostra Rappresentanza permanente presso le istituzioni europee a Bruxelles. L’incarico, che come ha ribadito dal ministro Gentiloni è frutto di una misura eccezionale, adottata in circostanze particolari, si svolgerà naturalmente in piena e positiva collaborazione con la Farnesina e con le sue strutture”.
Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Enzo Amendola, rispondendo in III commissione alla Camera a un’interrogazione di Erasmo Palazzotto (Si-Sel), sulla recente nomina dell’ex viceministro dello Sviluppo economico come nuovo rappresentante italiano a Bruxelles.
“La decisione assunta dal Consiglio dei ministri del 20 gennaio di nominare una personalità esterna alla carriera diplomatica a capo di una missione all’estero – ha spiegato Amendola – rientra tra le prerogative del governo. L’ordinamento speciale del ministero degli Esteri prevede infatti tale facoltà. Si tratta di una soluzione eccezionale, che l’ordinamento contempla per consentire, in situazioni molto particolari, al governo di affidare la titolarità di una sede diplomatica a una figura esterna alla diplomazia professionale“.
Amendola ha ricordato inoltre come “a tale facoltà si fece ricorso nell’immediato dopoguerra, allorché personalità politiche di fede democratica e di altissimo profilo furono incaricate di dirigere nostre ambasciate in un numero limitato di Paesi di importanza strategica per l’Italia in quel delicato momento”. (Public Policy) GAV