CARCERE PREVENTIVO, IL CASO BALDASSARRI. ACCANIMENTO GIUDIZIARIO? /INTERVISTA

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CARCERE PREVENTIVO, IL CASO BALDASSARRI. ACCANIMENTO GIUDIZIARIO? /INTERVISTA

(Public Policy) – Roma, 4 lug – (di Gaetano Veninata)
“Perchè a distanza di 4 mesi e quando già è stato ottenuto
il giudizio immediato non si possono dare i domiciliari a
questa persona? Perchè bisogna tenerla sotto stress, sotto
pressione in carcere
mentre gli altri due concorrenti
presunti del reato sono a piede libero? Che cosa si pretende
da lui?”.

La persona in questione è Gianluca Baldassarri, ex
direttore dell’area finanza della Monte dei Paschi di Siena,
e a parlare così non è il suo avvocato ma Annalisa Chirico,
giornalista e radicale, autrice di “Condannati preventivi –
Le manette facili di uno Stato fuorilegge”
.

D. CHIRICO, CHI È GIANLUCA BALDASSARRI?
R.
È probabilmente l’unica persona messa in carcere
preventivo in Italia per ostacolo alla vigilanza di
Bankitalia. Il 26 settembre ci sarà la prima udienza in cui,
insieme a Giuseppe Mussari, ex presidente della banca, e
Antonio Vigni, ex dg dell’istituto senese, dovrà rispondere
di concorso in ostacolo alla vigilanza.

D. E MUSSARI E VIGNI NON SONO IN CARCERE?
R.
È una delle cose che non comprendo. Perchè dal 14
febbraio, quando viene arrestato – tranne un breve rilascio
che dura meno di 24 ore – Baldassarri è in carcere per un
reato di concorso mentre gli altri due concorrenti sono a
piede libero? Sia chiaro, è giusto che Vigni e Mussari siano
a piede libero e che affrontino il processo da persone
libere. Ma non si capisce perchè, nel caso di Baldassarri,
il gip abbia, anche recentemente (lo scorso 22 giugno; Ndr)
rigettato l’istanza con cui i legali chiedevano il
trasferimento ai domiciliari.

D. QUALI SONO LE MOTIVAZIONI?
R.
Da una parte pericolo di fuga, e viene da sorridere
verso un imputato – visto che Baldassarri è stato già
rinviato a giudizio – che a febbraio di quest’anno torna
dalle Maldive, spontaneamente, proprio a causa
dell’inchiesta. Poi si parla di inquinamento probatorio.

Ma come si fa a parlare, ormai a giugno, a distanza di 4 mesi
dall’arresto, di inquinamento probatorio quando gli stessi
magistrati hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato
nei suoi confronti? Se va a giudizio immediato e il 26
settembre c’è la prima udienza, ormai i magistrati
dovrebbero ritenere quella prova evidente, sennò sulla base
di cosa hanno richiesto il giudizio immediato?

D. APPUNTO, SULLA BASE DI COSA?
R.
Non voglio fare dietrologia, ma credo che ci sia nei
confronti di Baldassarri un accanimento ormai palese, credo
che ancora una volta il carcere preventivo stia assolvendo
una funzione ufficiosa. La funzione formale è quella di
tutela delle indagini; ma essendo le indagini chiuse e
avendo ottenuto l’imputato giudizio immediato non c’è motivo
per cui questa persona non possa essere libera.

La funzione ufficiosa è invece quella di mettere pressione
sull’imputato Baldassarri affinchè accusi e tiri in ballo
qualcun’altro in questa inchiesta, perchè evidentemente,
dopo mesi e mesi di inchieste, se i magistrati di Siena si
trovano con tre persone a processo per ostacolo alla
vigilanza…beh, forse non è abbastanza.

D. QUALI SONO LE TAPPE DELLA VICENDA?
R.
Il 14 febbraio viene arrestato e finisce a San Vittore.
L’8 marzo viene trasferito a Sollicciano, a Firenze. Il 16
marzo viene scarcerato per omissione dell’interrogatorio di
garanzia: ciò significa che è stato tenuto un mese in
carcere senza neppure un interrogatorio di garanzia. Il 17
marzo, dopo aver fatto l’interrogatorio a Firenze (il giorno
prima; Ndr), viene riarrestato e viene riportato a San
Vittore. Il 28 marzo viene nuovamente trasferito a
Sollicciano e il 22 giugno il gip respinge la richiesta dei
domiciliari.

C’è un’altra cosa da chiarire: Baldassari è finito, e
continua a finire, sui giornali come il capo della banda del
5% (una vicenda legata ad alcuni presunti illeciti
finanziari; Ndr). Ma va detto che lui venne indagato per
quella vicenda tra il 2008 e il 2010, anno in cui la sua
posizione venne archiviata, tanto che le indagini del 2012
si concentrano su 18 persone tra le quali non c’è
Baldassari. È una mistificazione della realtà, una cosa
diffamatoria.

D. QUANTI SONO I ‘BALDASSARRI’ IN ITALIA?
R.
I detenuti in carcerazione preventiva sono circa il 40%
della popolazione detenuta attuale, circa 28mila persone
recluse in attesa di una sentenza definitiva di
condanna.

D. QUAL È IL SUO PARERE SUL DL CARCERI, IL COSIDDETTO
SVUOTA-CARCERI?
R.
Non esiste nessun decreto Svuota-carceri, lo ha
specificato la stessa ministra Cancellieri, dicendo che non
è sufficiente e che servirebbe un’amnistia, l’unica misura
strutturale per rispondere alla questione del sovraffollamento.

Positivo è che tocchi la ex-Cirielli (legge del 2005 che,
tra le altre cose, impedisce domiciliari e altri benefici ai
recidivi; Ndr), ma parliamo comunque di circa 6mila detenuti
che passerebbero dalla cella ai domiciliari: rispetto ai
numeri del sovraffollamento carcerario – circa 66mila
persone per una capienza di 45mila – capisci che è una
misura insufficiente, serve l’amnistia.

D. CHE RIFORMA SERVIREBBE PER LA CUSTODIA CAUTELARE?
R.
Una riforma della carcerazione preventiva deve, a mio
avviso, limitare il ricorso a questo strumento ai reati di
mafia, sangue e terrorismo, fissando inoltre un termine
massimo di 6 mesi, visto che in Italia può durare fino a 6
anni.

D. QUAL È IL SUO GIUDIZIO SULLA DIATRIBA
AVVOCATI-GUARDASIGILLI?
R.
La ministra Cancellieri ha detto che gli avvocati sono
una lobby: non dimentichi che c’è anche l’Anm (Associazione
nazionale magistrati; Ndr) che è il più potente sindacato in
Italia e che di fatto impedisce ogni tentativo di riforma
volta a ridurre l’arbitrio di cui godono oggi i magistrati
italiani in maniera anomala in materia di amministrazione della
giustizia e di ricorso alla carcerazione preventiva.

Su questo punto il tasto dolente è quello della separazione
delle carriere, il giudice deve essere figura terza e
imparziale rispetto all’accusa, bisogna stabilire percorsi
separati, l’Italia è l’unico Paese che ha introdotto il
processo accusatorio senza separare le carriere: un abominio
che azzera le garanzie per l’imputato.

D. I RADICALI, DI CUI LEI FA PARTE, STANNO RACCOGLIENDO LE
FIRME PER ALCUNI REFERENDUM LEGATI ALLA GIUSTIZIA. A CHE
PUNTO SIETE?
R. I cittadini in passato si sono già espressi su
responsabilità civile e separazione delle carriere, ma il
loro volere è stato ignorato e tradito dalla classe
politica. Con i 12 referendum radicali (6 riguardano la
giustizia; Ndr) stiamo provando a raccogliere in questi mesi
estivi 500mila firme autenticate. È una cosa non facile, e
mi auguro che il supporto da parte degli altri partiti, a
partire dal Pdl, sia importante. (Public Policy)

GAV