CARCERI, CORTE CONTI: ESIGUE RISORSE E SOVRAFFOLLAMENTO PESANO SU RIEDUCAZIONE

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ARCERI, CORTE CONTI: ESIGUE RISORSE E SOVRAFFOLLAMENTO PESANO SU RIEDUCAZIONE

(Public Policy) – Roma, 9 ago – Dal punto di vista
finanziario il sistema carcerario è tutt’oggi caratterizzato
dall’estrema esiguità delle risorse assegnate, che,
unitamente al sovraffollamento all’interno degli istituti
penitenziari, ha finito per pesare negativamente e in modo
incisivo sulle varie iniziative connesse ai trattamenti
rieducativi. Lo scrive la Sezione centrale del controllo
della Corte dei Conti sulla gestione delle Amministrazioni
dello Stato.

I non soddisfacenti risultati raggiunti, precisano i
magistrati contabili, sono stati determinati anche da
molteplici ulteriori fattori, tra i quali vanno annoverati:
– la complessità dell’organizzazione;
– l’esigenza, sovente non soddisfatta, di disporre di una
pluralità di figure professionali;
– i tagli degli organici e la limitata possibilità di
copertura dei medesimi a causa della vigente disciplina del
turn over;
– i tagli lineari sullo specifico capitolo di bilancio.

Lo scopo dell’indagine, precisa la sezione della suprema
magistratura contabile, è stato quello di verificare se e in
che modo la finalità di assistenza e di rieducazione dei
detenuti sia stata effettivamente assicurata, anche riguardo
alla necessità di garantire al meglio la sicurezza sociale e
di mitigare, se non eliminare del tutto, il problema del
sovraffollamento degli istituti di pena.

A riguardo si è rilevato come i cosiddetti programmi
trattamentali, in concreto, abbiano avuto una difficile
e faticosa attuazione, nonostante siano apparsi in grado
di produrre sia benefici diretti sui destinatari degli
interventi, che vantaggi indiretti sulla società nel suo
insieme (che fruirebbe di un progressivo decremento dei
pertinenti costi economici).

Dall’indagine è risultato che attraverso l’attivazione di
laboratori e pratiche riformatrici si possano offrire mezzi,
risorse e strumenti per abilitare o riabilitare socialmente
e professionalmente il detenuto fuori dall’universo
carcerario, ma sono emerse però delle carenze a livello
pianificatorio caratterizzate dall’inadeguatezza di validi
percorsi scolastici e formativi oltre che dall’insufficiente
coordinamento sul territorio dei diversi soggetti
istituzionali preposti.

Soltanto da pochi mesi, annotano i magistrati contabili, è
stato sottoscritto un protocollo di intesa con il ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel quale
sono stati previsti percorsi modulari e flessibili (anche
con l’utilizzo di modalità digitali e del libretto
scolastico) con i quali l’Amministrazione pensa di poter
risolvere il succitato problema.

Sulla stessa lunghezza d’onda, si colloca il cosiddetto
piano carceri” che è in via di perfezionamento, soprattutto
per la parte afferente l’organizzazione di spazi adeguati
per l’istruzione all’interno delle carceri stesse.

L’istruttoria ha evidenziato carenze anche sul piano dei
monitoraggi e degli indicatori, con conseguente difficoltà
di verificare compiutamente gli effetti conseguiti a seguito
delle condotte attività di rieducazione carceraria. (Public
Policy)

SPE