CASA, BATELLI (ACER): TROPPE TASSE, POCHE INIZIATIVE PER EDILIZIA /INTERVISTA

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(Public Policy) – Roma, 5 feb – (di Aroldo Barbieri) “Si
parla troppo di Imu e di tasse sulla casa, molto meno della
casa in sé, di quel che rappresenta nel sistema Italia e
delle strade per rilanciare l’edilizia, che è uno dei volani
principali del rilancio produttivo del Paese”. Lo dice a
Public Policy Eugenio Batelli, presidente dell’Acer,
l’associazione dei costruttori di Roma, aderente a
Confindustria.

Batelli attribuisce alla campagna elettorale “certe prese
di posizione sull’Imu, che lasciano perplessi”.
In linea generale, afferma, “non è accettabile che imposte
e tasse inseguano la spesa. Va piuttosto ridotta la spesa
improduttiva”.

Quanto all’Imu resta la sostanza del problema: “L’Imu deve
restare, c’è in tutta Europa”, ma, così com’è, “è eccessiva
ed iniqua e va rivista”. “E’ eccessiva: le aliquote troppo
alte hanno contribuito a frenare il mercato della casa. E’
iniqua perché non tiene conto della situazioni effettive. I
casi maggiori di iniquità – spiega – si registrano sulle
seconde case: si è arrivati a considerate tali anche quelle
di anziani ricoverati in case di riposo”. E poi
all’orizzonte si profila una Tares “mal congegnata, perché
ha connotati di patrimoniale non di tassa sui servizi
realmente erogati, con il rischio di ricorsi a pioggia.
Insomma la imposizione su un bene altamente sensibile come
la casa va ripensata completamente”.

Batelli invita il potere politico a restare aderente ai
problemi reali, che sono quelli di “un sistema bancario, che
in precedenza dava il mutuo a tutti, mentre oggi lo nega a
tutti” e di “un patrimonio immobiliare in gran parte
inidoneo alle mutate esigenze della domanda, in linea di
massima formato da case troppo ampie, ma di qualità
scadente, soprattutto in termini energetici”.

“Questo aprirebbe la strada a nuove costruzioni e alla
ristrutturazione e al recupero dell’esistente, ma tutti
trovano nel credit crunch un ostacolo insormontabile”.
Questo il testo dell’intervista al presidente dell’Acer.

D. IL DIBATTITO ELETTORALE HA MESSO LA TASSAZIONE SULLA
CASA AL CENTRO DELL’INTERESSE DELL’ELETTORATO. I
COSTRUTTORI COME GIUDICANO L’IMU?
R. Premesso che siamo in campagna elettorale, ma certe
prese di posizione sull’Imu lasciano perplessi. Premesso poi
che non è accettabile che imposte e tasse inseguano la
spesa, ma che piuttosto va ridotta la spesa improduttiva,
resta la sostanza del problema: l’Imu deve restare, c’è in
tutta Europa, ma così com’è, è eccessiva e va rivista. E’
eccessiva: le aliquote troppo alte hanno contribuito a
frenare il mercato della casa. E’ iniqua perché non tiene
conto delle situazioni effettive.

I casi di maggiore iniquità
si registrano sulle seconde case: si è arrivati a
considerare tali anche quelle di anziani ricoverati in case
di riposo. E poi, se si elimina del tutto quella sulla prima
casa, si introdurrebbe un discrimine molto forte tra Comuni
turistici, che sarebbero favoriti dall’Imu sulle seconde
case, e Comuni residenziali, che hanno soprattutto prime
case. Si profila all’orizzonte una Tares mal congegnata,
perché ha connotati di patrimoniale, non di tassa sui
servizi effettivamente erogati, con il rischio di ricorsi a
pioggia. Insomma la imposizione su un bene altamente
sensibile, come la casa, va ripensata completamente: un’Imu
troppo alta sulle seconde case frena il turismo e può far
regredire in modo preoccupante l’attività economica di
intere zone del nostro Paese. Le seconde case non sono solo
Cortina e la riviera ligure. Un’imposizione eccessiva fa più
danni che altro.

D. CASA ED EDILIZIA VANNO A BRACCETTO.
LE DIFFICOLTÀ DEL SISTEMA CASA, SIGNIFICATE DALLA FRENATA
DELLE COMPRAVENDITE, SI RIPERCUOTONO SULL’EDILIZIA. E’ SOLO
QUESTIONE DI TASSE?
R. In questa campagna elettorale si parla troppo diImu e di
tasse sulla casa e poco della casa in sé, di quel che
rappresenta nel sistema Italia e delle strade per rilanciare
l’edilizia, che è uno dei volani per il rilancio produttivo
del Paese. Si parla troppo poco ad esempio del fatto che il
nostro patrimonio edilizio è poco adatto alla mutata
condizione socioeconomica, che vede famiglie meno numerose,
molti single, e di conseguenza case troppo ampie, ma di
qualità scadente soprattutto in termini energetici.

Molti proprietari vorrebbero cambiare, perché la casa non risponde
più alle mutate esigenze, ma la prima difficoltà viene dal
credit crunch. Prima le banche davano il mutuo a tutti, ora
non lo danno a nessuno. Per questo noi proponiamo la
creazione di “certificati di risparmio”, garantiti dalla
Cassa depositi e prestiti, sulla falsariga delle vecchie
cartelle fondiarie, per indirizzare banche, fondi e
compagnie di assicurazione verso una forma di investimento a
medio-lungo termine. Così auspichiamo che venga ripreso il
progetto di un fondo di garanzia per i giovani, dando anche
a loro la possibilità di accedere alla proprietà di
un’abitazione.

D. COME SPIEGA CHE MENTRE LA VALUTAZIONE DELLE “VECCHIE”
CASE SCENDE, QUELLA DELLE NUOVE TIENE ED ANZI SI APPREZZA?
R. Negli ultimi quindici anni i criteri di costruzione si
sono evoluti verso la qualità, verso il risparmio energetico
in particolare: la casa costa più al costruttore, di più
all’acquirente, che riceve però un bene migliore, più
godibile, più in linea con la domanda, che pesa di meno in
termini di costi di esercizio e di manutenzione: questo
spiega la diversa dinamica dei prezzi. (Public Policy)

ABA