Come cambieranno le bicamerali dopo il taglio dei parlamentari

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ROMA (Public Policy) – Ridurre la composizione numerica dei membri delle commissioni parlamentari bicamerali, in conseguenza della riduzione del numero dei parlamentari dalla prossima legislatura.

Il 24 marzo ha concluso l’iter in I commissione alla Camera una pdl a prima firma Simone Baldelli (Forza Italia, è anche il relatore del provvedimento), che adegua il numero dei componenti delle bicamerali alla riforma costituzionale che ha ridotto a 600 (400 deputati e 200 senatori) il numero complessivo di deputati e senatori (senza tuttavia intaccare la composizione del Copasir).

Come riporta la relazione illustrativa, infatti, la riduzione dei componenti delle due Camere “impone una riflessione sulla conseguente necessità funzionale di adeguare, parallelamente ai quorum assoluti e all’eventuale numero delle commissioni permanenti previste dai regolamenti di ciascuno dei due rami del Parlamento, anche la composizione numerica degli organismi bicamerali, in attesa di una possibile riflessione aggiuntiva sull’aggiornamento organico del quadro complessivo di tali organismi”.

La pdl Baldelli, dunque, riduce in generale a 30 (15 deputati e 15 senatori) quegli organi attualmente composti da 40 parlamentari, 20 deputati e 20 senatori (che sono, salvo qualche eccezione, la maggioranza).

Si tratta, in particolare, di varie comissioni, quale la commissione parlamentare per le Questioni regionali; le bicamerali consultive, di indirizzo, vigilanza e controllo (tra cui: Vigilanza Rai; Federalismo fiscale; Enti gestori, che passa da 18 a 14; Infanzia e adolescenza; Anagrafe tributaria, da 11 a 8) e del comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, che sarà composto da 16 membri. (Public Policy) IAC