CORRUZIONE, NEGLI APPALTI PUBBLICI GENERATA DA IPER-REGOLAMENTAZIONE /SCHEDA

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(Public Policy) – Roma, 31 ott – Eccessiva regolamentazione,
troppi contenziosi, frammentazione e debolezza delle
amministrazioni appaltanti: sono alcuni dei problemi,
segnalati dal Governo, alla base dei fenomeni di corruzione
negli appalti pubblici. L’analisi è contenuta nel rapporto
sulla corruzione in Italia della commissione istituita dal
ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni
Griffi nel dicembre 2011.

APPALTI PUBBLICI, NEL 2011 SPESA PER 106 MILIARDI
L’analisi del Governo parte da alcuni dati. Nel 2011 la
spesa per gli appalti pubblici è stata di 106 miliardi di
euro (Iva esclusa), pari a circa l’8,1% del Pil. Di questi,
il 3,1% erano appalti per lavori, il 41% per servizi e il
28% per forniture. Gli appalti fino a 40 mila euro sono
stati 1.236.000, quelli tra 40 mila e 150 mila euro sono
stati 128 mila, e 60 mila quelli superiori a 150 mila euro
(questi ultimi impegnano 90 miliardi di spesa). La
dimensione economica del settore, per il Governo, “spiega la
‘capacità attrattiva’ esercitata rispetto alle pratiche
corruttive”.

IPER-REGOLAMENTAZIONE ALLA BASE DELLA CORRUZIONE
La spiegazione della corruzione negli appalti pubblici, per
il Governo muove da una considerazione semplice:
un’eccessiva regolamentazione. “Nel settore degli appalti
pubblici si registra una proliferazione di regole
sostanziali e processuali, le prime doppiate in buona parte
in sede regionale, accompagnate da sempre più analitiche
disposizioni regolamentari. Tale situazione determina
un’eccessiva burocratizzazione che incombe pesantemente sul
settore”, corollario della quale è “l’enorme contenzioso che
le procedure di affidamento ed esecuzione delle opere
pubbliche sono solite generare”.

Il ricorso alle pratiche
corruttive, rileva il Governo, consisterebbe proprio in un
metodo per “bypassare la farraginosità delle procedure”.
In questo contesto, le legislazioni “emergenziali”, come le
ordinanze in deroga della Protezione civile, possono
contribuire ad aggravare il fenomeno. Per il Governo,il
ricorso a questi strumenti per risolvere il problema
dell’eccessiva regolamentazione “si rivela molto spesso
idoneo a indebolire il sistema di tracciabilità e
trasparenza degli appalti”.

DEBOLEZZE STRUTTURALI NEGLI APPALTI PUBBLICI
Tra gli aspetti “strutturali” alla base della corruzione,
la relazione della commissione sulla corruzione parla di
“polverizzazione” delle stazioni appaltanti: più di 30 mila
spesso di piccole dimensioni, con più di 60 mila centri di
costo”. Ci sono poi problemi di scarsa capacità tecnica
delle stazioni, e di eccessivo ricorso a varianti nella
progettazione, “patologicamente presenti per gli importi
inferiori a 500 mila euro” e “basate su accordi illeciti e
con conseguente lievitazione dei costi”.

Molti piccoli appaltanti soffrono inoltre di una debolezza
strutturale, che si traduce in un’incapacità di effettuare
una programmazione triennale, imposta dalla legge, e di
preservarla da condizionamenti. Le piccole amministrazioni
hanno difficoltà poi, segnala il Governo, a reperire i fondi
necessari e nell’utilizzare strumenti privati come il
project financing.

LA CORRUZIONE IN FASE DI GARA E AGGIUDICAZIONE
In fase di affidamento, il Governo riscontra problemi nelle
procedure di gara. Come il fenomeno dei “bandi fotografia”
ovvero dei bandi i cui requisiti sono “ritagliati” sulle
caratteristiche specifiche di un dato concorrente.
E ancora, la commissione segnala forti criticità in fase di
aggiudicazione, “caratterizzata dall’accresciuta
discrezionalità tecnica dell’amministrazione appaltante,
dovuta alla reintroduzione del criterio dell’offerta
economicamente più vantaggiosa e della previsione della
valutazione dell’anomalia dell’offerta”.

Anche le gare indette con il criterio del “massimo ribasso”
sono, per il Governo, a rischio corruzione: “Il criterio del
massimo ribasso favorisce, da un lato, le imprese dotate di
rilevanti disponibilità finanziarie, non già quelle
caratterizzate da elevata capacità imprenditoriale […]
dall’altro espone le imprese alla piccola corruzione per
recuperare il ribasso dell’asta”. (Public Policy)

LEP