ROMA (Public Policy) – Eradicare la peste suina africana nei cinghiali e prevenirne l’introduzione nei suini da allevamento, “allo scopo di assicurare la salvaguardia della sanità animale, la tutela del patrimonio suino nazionale e dell’Unione europea e salvaguardare le esportazioni e il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera”.
L’esame parlamentare del dl sulla peste suina entrerà nel vivo questa settimana. Vediamo brevemente il contenuto del dl, che dovrà essere convertito in legge entro il 17 aprile.
PIANI REGIONALI
Il decreto prevede che le Regioni adottino un piano di interventi urgenti ad hoc, conforme alle indicazioni ministeriali in materia, per contrastare la peste suina, includendo la ricognizione della consistenza di maiali e cinghiali all’interno del territorio di competenza suddivisa per provincia, l’indicazione dei metodi ecologici, delle aree di intervento diretto, delle modalità, dei tempi e degli obiettivi annuali del prelievo esclusivamente connessi ai fini del contenimento della malattia.
I piani regionali, non sottoposti a Valutazione ambientale strategica e a Valutazione di incidenza ambientale (Vas e Via), sono adottati previo parere dell’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e del centro di referenza nazionale per la peste suina, da rendere entro 20 giorni dalla richiesta della Regione.
Si prevede inoltre che gli animali abbattuti nell’ambito delle azioni previste dal dl e destinati al consumo alimentare siano sottoposti alle attività di ispezione e controllo igienico sanitario da parte del servizio veterinario della Asl competente per territorio.
COMMISSARIO STRAORDINARIO
Sui piani e sulla loro attuazione, secondo il dl, vigila un commissario straordinario (è stato nominato dal Cdm Angelo Ferrari) con compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire e contenere la diffusione della peste suina africana.
Il commissario, supportato da una struttura ad hoc, ha anche il dovere di coordinare i servizi veterinari delle Asl competenti per territorio, le strutture sanitarie pubbliche, le strutture amministrative e tecniche regionali e verificare la regolarità dell’abbattimento e distruzione degli animali infetti e dello smaltimento delle carcasse di suini, comprese le procedure di disinfezione svolte sotto il controllo della Asl competente.
Se le Regioni non adottano i piani, il decreto prevede l’attivazione di una procedura per portare all’intervento sostitutivo da parte del commissario (nominato per 1 anno e prorogabile per un altro), a cui viene dato anche un potere di ordinanza contingibile ed urgente per fronteggiare eventuali situazioni impreviste e imprevedibili.
SANZIONI
Si prevede, infine, una disciplina sanzionatoria apposita. Chiunque, nell’ambito delle attività di attuazione dei piani regionali, nello svolgimento di attività venatoria o boschiva, di coltivazione di fondi agricoli o in quanto coinvolto in un sinistro con cinghiali, “rinviene esemplari di tale specie feriti o deceduti” deve segnalarne immediatamente il rinvenimento al servizio veterinario dell’Asl.
In caso contrario, si stabilisce una multa di 500 euro. (Public Policy) IAC