Cosa prevede il pacchetto Difesa approvato dalla Commissione Ue

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BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Via libera martedì, dalla Commissione europea, a un pacchetto per rafforzare il settore della difesa europea. Il pacchetto si compone da una comunicazione – contenente una Strategia industriale di difesa europea (Edis) – e una proposta di regolamento per un Programma industriale europeo per la difesa (Edip). Il regolamento dovrebbe venir esaminato durante la prossima legislatura.

La strategia – tra le altre cose – stabilisce degli indicatori per misurare i progressi degli Stati membri verso la preparazione della loro industria. Nel dettaglio, gli Stati membri sono invitati a: ricorrere ad acquisti congiunti per almeno il 40% delle loro attrezzature per la difesa entro il 2030; garantire che, entro il 2030, il valore del commercio di difesa all’interno dell’Ue rappresenti almeno il 35% del valore del mercato della difesa dell’Ue; compiere progressi verso l’approvvigionamento di almeno il 50% del loro fabbisogno di acquisti di difesa all’interno dell’Ue entro il 2030 e al 60% entro il 2035.

Funzionari della Commissione europea evidenziano come questi target siano volontari. “Ma ci auguriamo che gli Stati membri si impegnino a raggiungerli”, spiega un funzionario.

PROGRAMMA EDIP

Il regolamento per un Programma industriale europeo per la difesa (Edip), proposto dalla Commissione europea, punta a mobilizzare 1,5 miliardi di fondi Ue tra il 2025 e il 2027.

Il sostegno finanziario Edip – spiega la Commissione in una nota – estenderà in particolare la logica di intervento di Edirpa (il regolamento sugli acquisti congiunti della difesa) e Asap (il sostegno finanziario alle industrie della difesa che aumentano la loro capacità produttiva), per incoraggiare ulteriormente gli investimenti da parte dell’industria europea della difesa.

Il regolamento sosterrà anche l’industrializzazione dei prodotti derivanti da azioni di R&S in cooperazione sostenute dal Fondo europeo per la difesa. Il bilancio dell’Edip potrà essere utilizzato anche per istituire un Fondo per l’accelerazione della trasformazione delle catene di approvvigionamento della difesa (Fast). Questo nuovo fondo – spiega la Commissione – avrà l’obiettivo di facilitare l’accesso al debito e/o al finanziamento azionario per le Pmi e le piccole midcaps che industrializzano tecnologie per la difesa e/o producono prodotti per la difesa. Il bilancio Edip punta inoltre a sostenere lo sviluppo della base industriale e tecnologica della difesa ucraina. “A tal fine, l’Edip potrebbe eventualmente attingere a finanziamenti aggiuntivi dai profitti imprevisti derivanti dall’immobilizzazione dei beni sovrani russi (previa decisione del Consiglio su una proposta dell’Alto rappresentante)”, evidenzia la Commissione.

EUROBOND

La Commissione europea apre anche alla possibilità che un gruppo ristretto di Stati membri Ue possa ricorrere all’emissione di un bond comune per finanziare le loro necessità in termini di difesa.

Il riferimento si trova nel regolamento per un Programma industriale europeo per la difesa (Edip), seppure solo in un considerando. Il testo evidenzia come il regolamento incoraggi la cooperazione tra Stati membri attraverso procedure standardizzate per l’avvio e la gestione di programmi di difesa cooperativi.

“Una cooperazione nell’ambito di questo quadro dovrebbe anche consentire agli Stati membri di beneficiare, a determinate condizioni, di un tasso di finanziamento più elevato, di procedure d’appalto semplificate e armonizzate e, nel caso in cui gli Stati membri possiedano congiuntamente le attrezzature acquistate, un’esenzione dall’Iva – si legge nel considerando -. Lo status di organizzazione internazionale dovrebbe consentire agli Stati membri, se lo desiderano, di emettere obbligazioni per garantire il piano di finanziamento a lungo termine dei programmi di armamento. Mentre l’Unione non sarebbe responsabile per l’emissione di debito da parte degli Stati membri, i contributi nell’ambito del regolamento per il funzionamento della Struttura per il programma di armamento europeo potrebbero migliorare le condizioni per il finanziamento da parte degli Stati membri dei programmi di armamento, che sono ammissibili al sostegno dell’Unione”.

Un funzionario europeo chiarisce che la normativa non esclude la possibilità di raccogliere fondi con qualsiasi strumenti, incluso un bond. “Quattro o cinque Stati potrebbero decidere di mettersi insieme per emettere un bond comune ma non c’è un piano Ue in questa fase“, ha aggiunto.

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NAF