CREDITO, ACTION INSTITUTE PRESENTA “FONDO-PMI” ALLA CAMERA

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CREDITO, ACTION INSTITUTE PRESENTA "FONDO-PMI" ALLA CAMERA

(Public Policy) – Roma, 6 set – Migliorare l’accesso ai
prestiti per le Piccole e medie imprese italiane, abbatterne
il costo e ridurre lo svantaggio competitivo. Sbloccare nei
prossimi cinque anni tra i 120 e i 150 miliardi di nuovi
finanziamenti bancari a medio-termine alle Pmi senza gravare
sui bilanci degli istituti di credito, che non infrange i
divieti comunitari sugli aiuti di Stato. Questo si può fare
con “un intervento straordinario pubblico”: un Fondo di
garanzia dedicato alle Pmi capitalizzato con 10 miliardi dei
fondi strutturali europei non utilizzati.

“Un veicolo di finanziamento pubblico per poter rilanciare
la crescita, che non impatterà sui conti dello Stato. Questo
fondo garantirà portafogli di nuovi crediti, per una nuova
liquidità alle imprese”.

Questa la proposta presentata oggi in un’audizione in
commissione Finanze alla Camera da Carlotta De Franceschi
presidente del think-tank italiano Action Institute. La
proposta prevede l’attuazione di un Fondo, simile a quanto
rappresenta il Fondo di garanzia per le Pmi (del ministero
dello Sviluppo economico), finanziato con risorse europee in
grado di garantire alle Pmi prestiti con tassi agevolati.

La creazione di questo speciale Fondo – ha detto De
Franceschini in audizione – “consentirà di ridurre il costo
del credito per le Pmi di almeno 80-100 punti base e di
erogare fino a 150 miliardi di nuovo credito alle imprese
senza pesare sul patrimonio delle banche”.

“Le imprese italiane – ha spiegato – stanno pagando circa 2
punti percentuali in più rispetto ai tassi concessi alle
imprese tedesche. A conti fatti una piccola impresa sana che
opera in Italia ha un rilevante svantaggio competitivo
rispetto a un’azienda tedesca o francese: una Pmi con debiti
verso le banche pari al 30% del fatturato sostiene maggiori
oneri per il costo del denaro equivalenti a un aumento del
costo del lavoro pari al 3%”.

Secondo l’analisi dell’Acion
Institute, infatti, in Italia il tasso di interesse di un
nuovo credito a una pmi a fine 2012, era pari al 5,6%,
contro il 2,7% di quello a un’azienda tedesca, ovvero un
costo del credito pari a 2 mila euro per dipendente, e uno
svantaggio competitivo pari al 4-5% di costo del lavoro o
del 10% di utili operativi.

“La proposta di Action – ha aggiunto De Franceschi –
abbatterà due costi: costo del capitale regolamentare e
quello del finanziamento”.

Prendendo spunto dall’esperienza del Fondo di garanzia,
“questo fondo garantirà a monte i portafogli di crediti alle
Pmi, ma solo alle aziende con adeguata affidabilità
creditizia. Per ottenere la garanzia, la banca pagherà una
commissione commisurata nella ‘perdita attesa in caso di
crisi’: la copertura del fondo sarà quindi sulla perdita
‘inattesa’”. Questa struttura – ha proseguito De Franceschi
– “consentirà alle banche di erogare nuovi prestiti con un
assorbimento di capitale ridotto: in cambio, le banche
dovranno applicare tassi ridotti per trasferire i benefici
di costo e capitale alle imprese. La garanzia faciliterà il
rifinanziamento dei portafogli crediti da parte della Bce
tramite la cartolarizzazione dei crediti”.

Il Fondo – ha precisato la presidente di Action –
“garantirà il 75% della perdita non attesa e abbatterà il
costo del capitale fino all’1,5%, senza alcun rischio per lo
Stato italiano”. E per quanto riguarda la governance
“pensiamo che possa essere affidata dalla Cassa depositi e
prestiti”.

“Il meccanismo della garanzia – ha concluso – è stato già
testato e si è dimostrato un’ottimo metodo per l’accesso al
credito: le imprese vengono facilitate all’accesso ai
prestiti e contemporaneamente vengono abbattuti i costi; per
le istituzioni perché si applica un’importante leva
finanziaria; e per le banche perché c’è una mutualizzazione
del rischio e un abbattimento dei costi del capitale
regolamentare”. (Public Policy)

SOR