(Public Policy) – Roma, 30 set – Sono cinque i decreti legge a rischio con la crisi di governo, 4 all’esame della Camera e 1 al Senato. I lavori delle commissioni comunque proseguono sui decreti più condivisi. Mentre qualche difficoltà si registra sui provvedimenti che già prima della crisi creavano fibrillazioni in seno alla maggioranza.
Il primo in ordine di scadenza è il decreto-legge 8 agosto 2013, n.91 recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo. Scade l’8 ottobre e martedì dovrebbe andare in aula, salvo diverse disposizioni della capigruppo di oggi. La crisi governo potrebbe non incidere visto che la commissione oggi ha confermato i lavori. Il Senato lo ha già approvato.
A rischio decadenza, la conversione in legge del decreto-legge 14 agosto 2013, Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province. Scade il 15 ottobre. In prima lettura alla Camera, il dl ha creato qualche frizione tra il Pdl e il Pd e si teme che non possa neppure approdare a Palazzo Madama.
Delicatissima la situazione del disegno di legge di conversione Disposizioni urgenti in materia di Imu, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di Cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici. In prima lettura allaCamera, è ancora in commissione. Il decreto scade il 30 ottobre e deve ancora passare l’esame del Senato. Sarebbe però davvero incomprensibile un voto contrario del Pdl-Forza Italia a questo provvedimento voluto proprio da Berlusconi. Stessa situazione per il decreto legge scuola: in prima lettura alla Camera, scade l’11 novembre e ha appena iniziato il suo iter a nelle commissioni di Montecitorio.
Situazione più tranquilla al Senato, impegnato solo nella conversione del decreto legge Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle Pubbliche amministrazioni. In prima lettura a Palazzo Madama, il dl deve essere licenziato entro domani dall’aula per poi avviarsi alla Camera. Ma è probabile che slitti vista la riunione di capigruppo in Senato per calendarizzare la fiducia al Governo Letta. Con il governo in crisi, appare complicato che l’Esecutivo possa mettere la fiducia sui provvedimenti.
A questo punto, oltre al sovraccarico di lavoro per il numero di decreti legge, le Camere potrebbero essere costrette a esaminare tutti gli emendamenti che dovessero essere presentati in aula. A meno che, i presidenti di Camera e Senato non decidessero di applicare lo strumento della “tagliola” per velocizzare il lavoro. Ma anche in questo caso, i diversi regimi regolamentari tra la Camera e il Senato potrebbero comunque inficiare l’approvazione in tempo dei decreti senza lo strumento della fiducia. (Public Policy) SAF