ROMA – (Public Policy) – Potenziare le capacità nazionali di difesa cibernetica, “in considerazione dello sviluppo crescente di strumenti cibernetici in ambito militare e al loro utilizzo in situazioni di conflittualità tra Stati”. Obiettivo: condurre network operations nella triplice articolazione di operazioni di difesa attiva, raccolta informativa e attacco.
È quanto si legge all’interno del documento conclusivo approvato dalla commissione Difesa alla Camera, al termine dell’indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico. Per la commissione IV a Montecitorio la minaccia cibernetica è “trasversale, capace di aggredire interessi e ambiti diversi, pubblici e privati, civili e militari”.
POTENZIARE NORMATIVA E STRUMENTI A DISPOSIZIONE
Per la pericolosità della minaccia cibernetica, bisognerebbe dare seguito al progetto relativo alla costituzione di un apposito comando interforze operazioni cibernetiche (il Cioc) e “allo sviluppo di specifiche capacità cyber integrate in ambito interalleato”, su cui è stato registrato un generale consenso della commissione, pur se sono da sciogliere alcune riserve di carattere giuridico-normativo.
Anzitutto, si legge nel documento redatto dalla commissione di Montecitorio, “la prima questione attiene alla copertura politico-legale”, per la portata “potenzialmente distruttiva di taluni strumenti d’arma cibernetici” che passa dalla definizione “di precise regole concernenti i limiti di utilizzabilità di tali apparati”. Poi “occorre definire una chiara catena di comando in merito all’avvio di questa tipologia di operazioni, con particolare riferimento a quelle svolte in contesti multilaterali”.
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IAC