DATAGATE, LA RISOLUZIONE UE: USA FORNISCANO INFORMAZIONI COMPLETE SU PRISM

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DATAGATE, LA RISOLUZIONE UE: USA FORNISCANO INFORMAZIONI COMPLETE SU PRISM

foto La Presse

(Public Policy) – Strasburgo, 3 lug – (di Daniela Sala)
Sarà una commissione di inchiesta, costituita all’interno
della Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni
(commissione Libe) del Parlamento europeo ad indagare sulle
conseguenze del ‘datagate‘ americano per quanto riguarda sia le
relazioni tra Unione europea e Stati Uniti che i cittadini
europei.

Lunedì, a seguito delle rivelazioni secondo cui gli Stati
Uniti avrebbero spiato le istituzioni europee all’interno e
all’esterno dell’Ue, il presidente dell’Europarlamento
Martin Schulz aveva esplicitamente chiesto alla Commissione
parlamentare di occuparsi del caso, spiegando che se quanto
riportato finora dai media si rivelasse esatto “si
tratterebbe di una pratica inaccettabile” che rischia di
minare “la fiducia nelle relazioni tra Stati Uniti ed Unione
Europea”.

La Commissione per le libertà civili si è riunita in
sessione straordinaria lunedì stesso e oggi pomeriggio i
gruppi parlamentari presenteranno una risoluzione per
l’istituzione di un gruppo di inchiesta sull’argomento.

Nella bozza della risoluzione (sottoscritta da Ppe, S&D,
Alde e Verdi/Efa) e che Public Policy è in grado di
anticipare, i deputati della Commissione chiedono un
immediato chiarimento da parte delle autorità statunitensi,
specificando la necessità di fornire all’Ue “senza ulteriori
ritardi, informazioni complete sul programma Prism (il
programma americano di sorveglianza internet; Ndr) e
programmi affini, in particolare per quanto riguarda le basi
legali, la necessità e la proporzionalità” dell’intervento e
le misure di salvaguardia “per proteggere i diritti
fondamentali dei cittadini europei”.

Inoltre gli eurodeputati domandano alla Commissione europea, al
Consiglio e agli Stati membri di “considerare tutti gli
strumenti a loro disposizione sia a livello politico che
tecnico per ottenere quanto richiesto”, inclusa tra l’altro
una “possibile sospensione degli accordi sul Pnr (la
registrazione dei nomi dei passeggeri del trasporto aereo in
vigore dal 2012, Ndr) e sul Tftp (il programma di controllo
delle transazioni finanziarie dei terroristi in vigore dal
2010, Ndr)”.

Sempre nella risoluzione congiunta si chiede alla
Commissione Ue di “assicurarsi che gli standard europei e la
corrente negoziazione sul pacchetto europeo per la
protezione dei dati non siano stati minati dall’accordo sul
Partenariato transatlantico su commercio e investimenti
(Ttip)“. Un accordo commerciale di cruciale importanza che
sarà discusso già dall’inizio della prossima settimana (l’8
luglio) e che punta a semplificare l’acquisto e la vendita
di beni e servizi tra l’Ue e gli Usa, un’idea certo non
nuova e “dovuta al persistere della crisi economica e allo
stallo dei negoziati commerciali multilaterali nell’ambito
dell’Organizzazione mondiale del commercio, la cosiddetta
agenda di Doha per lo sviluppo”, come si legge sul sito
della Commissione europea.

A questo proposito i verdi e alcuni socialisti avevano
chiesto lunedì la sospensione temporanea dei negoziati
commerciali: “I negoziati non devono essere aperti finché
non sarà verificata l’entità del problema”, ha detto ad
esempio l’eurodeputata e co-presidente del gruppo dei verdi
Rebecca Harms. Mentre altri, come l’eurodeputato Manfred
Weber, presidente del gruppo del Partito popolare europeo,
hanno invitato a una maggior cautela, spiegando che l’Ue non
deve mettere da parte i propri interessi strategici:
“Abbiamo bisogno di crescita e posti di lavoro – ha
dichiarato Weber – e questo accordo (il Ttip, Ndr) è un modo
per combattere la disoccupazione”.

Le recenti rivelazioni hanno in generale suscitato una certa
preoccupazione da parte dei deputati: “Non siamo solo preoccupati
ma anche arrabbiati. Abbiamo bisogno di una spiegazione completa
e non di una scusa”, ha dichiarato al Parlamento europeo il
leader dell’Alde (Alleanza dei democratici e dei liberali
per l’Europa) Guy Verhofstadt.

Intanto i deputati della Commissione libertà civili
chiederanno anche una revisione completa dell’accordo “Safe
Harbour” del 2001, sull’autorizzazione al trasferimento dei
dati personali verso gli Stati Uniti.

La commissione d’inchiesta dovrebbe presentare un rapporto
entro fine anno individuando le responsabilità sia presso
gli Stati Uniti che presso gli Stati membri.

Per la strategia a lungo termine si raccomanda infine
“l’istituzione di una commissione ad hoc
parlamentare-giudiziaria sui servizi di intelligence”, sul
modello di quelle esistenti in alcuni Stati membri.
Oltre alle implicazioni di Prism e alla necessità di
accelerare la riforma sulla protezione dei dati nell’Ue, i
deputati discuteranno nel pomeriggio anche le notizie
relative al programma di sorveglianza segreta
presumibilmente gestito dall’agenzia di intelligence del
Regno Unito. Il voto in sessione plenaria sulla risoluzione
si terrà giovedì a Strasburgo, nell’ultima riunione prima
della pausa estiva.(Public Policy) DSA