(Public Policy) – Roma, 26 ott – Non vi sono i margini per
porre condizioni al ddl anticorruzione, tanto vale che il
Comitato per la legislazione, “con un atto di self
restraint”, asciughi al massimo il suo parere. Lo ha chiesto
ai colleghi della Camera il deputato Pd Roberto Zaccaria.
Il Comitato per la legislazione doveva dare un parere alle
commissioni Affari costituzionali e Giustizia, in merito al
ddl anticorruzione (che probabilmente verrà votato in Aula
la prossima settimana). “Il provvedimento – questo il
ragionamento di Zaccaria – è all’esame della Camera in
quarta lettura, e vi giunge all’esito di un iter
particolarmente complesso. È evidente come non vi siano i
margini per un’ulteriore lettura del disegno di legge da
parte del Senato. Il Comitato, secondo me, dovrebbe
astenersi dal formulare un elenco di condizioni
inevitabilmente destinate a rimanere disattese”.
LA RISPOSTA DELLA PRESIDENTE LO MORO (PD)
A rispondere a Zaccaria, la sua collega di partito e
presidente del Comitato, Doris Lo Moro: “È vero, è
impossibile che nel prosieguo dell’esame parlamentare i
rilievi del Comitato possano essere recepiti, ma non
possiamo rinunciare al nostro compito istituzionale di
verificare quale sia l’impatto delle nuove normative
sull’ordinamento vigente”.
Per questo, ha continuato Lo Moro, “il primo rilievo
contenuto nel parere (sul fuori ruolo dei magistrati; ndr)
dovrebbe, a mio avviso, mantenere la veste di una
condizione. In relazione invece agli ulteriori rilievi
contenuti nella proposta di parere, ritengo che tutte le
condizioni formulate possano essere derubricate in
osservazioni”.
IL RUOLO DEL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE
Il Comitato esprime alle commissioni pareri sulla qualità
dei progetti di legge, valutandone l’omogeneità, la
semplicità, la chiarezza di formulazione, l’efficacia per la
semplificazione e il riordinamento della legislazione
vigente. Nell’esaminare i decreti legge, valuta anche
l’osservanza delle regole sulla specificità e omogeneità e
sui limiti di contenuto. (Public Policy)
GAV